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Gli sviluppatori alla Devcom si scagliano contro le microtransazioni

di Steven Callea

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In occasione della Devcom 2024 si è tenuto un sondaggio in merito alla presenza delle microtransazioni nei videogiochi. Sappiamo quanto questo ormai possa essere considerato un tasto dolente all’interno del settore. Secondo il 90% degli sviluppatori sottoposti all’indagine, le microtransazioni non dovrebbero essere presenti nei titoli premium.

Microtransazioni e non solo

Per titoli premium si intendono quei giochi che rientrano nella formula Buy-to-play, ovvero che hanno un prezzo d’acquisto. Stando a tali sviluppatori, la presenza delle microtransazioni in questo tipo di giochi è priva di senso. Ragion per cui il 65% degli sviluppatori continua a propendere per il modello di business legato a questa formula, mentre è stato quasi del tutto trascurato il modello basato su titolo free-to-play e pubblicità.

Per quanto riguarda l’estensione o meno dell’utilizzo delle IA all’interno del settore, il 31% ne gradisce un uso non eccessivo per lo sviluppo dei giochi, mentre il 21% crede nelle loro potenzialità per velocizzare la produzione di videogiochi. Molti, inoltre, hanno sostenuto che le traduzioni fatte dalle IA sostituiranno quelle umane nel giro di un paio di anni.

In merito ai problemi che l’industria videoludica deve arginare, quelli ritenuti più gravi dagli sviluppatori sono saturazione del mercato e aumento dei costi di sviluppo. Capitolo licenziamenti, sostanziale equilibrio tra chi ritiene che continueranno o aumenteranno e chi, invece, sostiene con fiducia una loro diminuzione: 57% i primi, 43% i secondi.

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