di Erik Veronese
Negli ultimi anni, il mondo dei videogiochi si è espanso, abbracciando una fetta di pubblico più ampia. La popolarità che questi hanno raggiunto è dovuta anche al fenomeno degli esports, ovvero delle competizioni che vedono numerosi professionisti affrontarsi in emozionanti sfide. Con il passare del tempo questi tornei hanno acquisito maggiore importanza, tanto da essere seguiti in tutto il mondo. Tuttavia, l’universo degli esports è pronto ad ingrandirsi ulteriormente, approdando nelle scuole italiane.
Esports: una nuova attività extrascolastica
In Italia i videogiochi vengono ancora visti, dalla maggior parte della popolazione, come una futile perdita di tempo. Nonostante questo, però, negli scorsi mesi sembra esserci stata un’apertura nei confronti di questa industria. Con l’avvio del progetto Game Hub, promosso da Cinecittà, il mondo videoludico potrebbe avere degli sviluppi intriganti anche nel nostro Paese. Inoltre, sembra che presto ci possa essere un ulteriore passo avanti. Infatti, Maker Camp, società specializzata nell’utilizzo dei videogiochi come strumenti educativi, e CampuStore, promotrice di tecnologie finalizzate alla didattica, sono pronte a lanciare gli esports all’interno delle scuole.
L’iniziativa, che prende il nome di Lega Scolastica Esports, ha come obiettivo la realizzazione di una gara nazionale tra scuole su alcuni dei migliori videogiochi competitivi degli ultimi anni. Così facendo i videogames diventerebbero a tutti gli effetti delle attività extrascolastiche, arricchendo di fatto il ventaglio di progetti extracurricolari. Inoltre, non è un segreto che questo passatempo sia diffusissimo tra gli adolescenti e portarlo all’interno delle scuole potrebbe rappresentare un’opportunità per i ragazzi. Gli esports in questo caso diventerebbero un momento volto all’inclusione e al coinvolgimento degli studenti.
Un mezzo per sviluppare le competenze trasversali
Da alcuni anni a questa parte, nel mondo della scuola si è cominciato a parlare di “competenze trasversali“. Problem solving, flessibilità, capacità di fare squadra e comunicazione efficace sono solo alcune delle abilità che gli istituti dovrebbero far apprendere ai propri allievi. Nonostante l’importanza che viene attribuita alle competenze, queste passano spesso in secondo piano rispetto alle conoscenze. La scuola italiana, a differenza di quella europea, si preoccupa di trasmettere agli studenti il sapere, trascurando così l’insegnamento di capacità pratiche.
Secondo Pierluigi Lanzarini, CEO di CampuStore, i videogiochi possono sopperire a questa mancanza del sistema scolastico italiano. L’amministratore delegato della società ha infatti dichiarato: “Gli esports aiutano gli studenti a sviluppare quelle competenze trasversali, le cosiddette soft skill, come lavoro di squadra, comunicazione e leadership.” Ad avvalorare ulteriormente l’iniziativa sono le parole del CEO di Maker Camp Marco Vigelini che ha aggiunto: “Mi piacerebbe che qualche istituto di istruzione superiore del nostro territorio partecipasse all’iniziativa. Introdurre gli esports nelle scuole superiori permette agli studenti di fare ciò che amano e fornisce loro ulteriori opportunità di ottenere riscontri e riconoscimenti personali mentre sviluppano pensiero critico ed abilità interpersonali“.
Quest’anno la Lega Scolastica partirà con un torneo di Rocket League, il gioco pubblicato da Psyonix Studios. Le qualificazioni si terranno online tra aprile e maggio, mentre le fasi finali si disputeranno in presenza a Roma, presso Cinecittà in occasione del Festival del Videogioco. Se questa proposta innovativa avesse successo, potremmo assistere ad una vera e propria “riqualifica” del videogioco agli occhi degli scettici.
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