di Tommaso Bersanetti
Un anno fa ci lasciava uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio, uno di quei giocatori capaci di conquistare i cuori di tifoserie intere, amiche o avversarie; Gianluca Vialli. Quando si parla di Gianluca Vialli si parla di un campione dentro e fuori dal campo; oggi, per commemorare la sua vita straordinaria, andiamo a ripercorrere in breve la carriera di uno dei più grandi interpreti del nostro sport…
Vialli: gli esordi e i primi passi nella (sua) Cremonese e nella Sampdoria
Vialli mosse i suoi primi passi da calciatore con addosso la maglia grigiorossa della sua città, Cremona. Con la Cremonese, l’attaccante, utilizzato spesso in quel periodo come tornante di fascia, mise a segno 23 gol in 105 partite tra Serie C1 e Serie B, prima di essere ceduto alla squadra che lo avrebbe reso grande: la Sampdoria. Con la squadra genovese, Vialli divenne leggenda: nella sua prima stagione da blucerchiato si aggiudicò la Coppa Italia, il primo trofeo nella storia del club, realizzando tra l’altro una rete nel ritorno della Finale contro il Milan.
Sotto la guida del mitico Boskov, il cremonese divenne finalmente un centravanti a tutto tondo, in coppia con Roberto Mancini. Il coronamento di un sogno arrivò nella stagione 1990-1991 quando la Sampdoria, trascinata dai suoi “Gemelli del Gol”, vinse un meraviglioso Scudetto. E chi fu il capocannoniere di quel Campionato? Inutile a dirlo: ovviamente Gianluca Vialli, con diciannove reti segnate…
Vialli: un sogno “dalle grandi orecchie” tra Genova e Torino
I blucerchiati parteciparono così di diritto alla Coppa dei Campioni 1992, arrivando addirittura in finale, eliminando squadre come la Stella Rossa e l’Anderlecht. Il sogno fu però infranto da Koeman e dal suo Barcellona, per la prima volta Campione d’Europa proprio in quell’anno. Da quel momento per Gianluca Vialli la Coppa dalle Grandi Orecchie divenne più che un sogno; un obbiettivo.
Per quaranta miliardi di lire, l’attaccante passò al termine della stagione alla Juventus, dove riempì la sua bacheca di trofei europei: la Coppa UEFA nel 1992-1993 e poi anche quella tanto agognata Coppa dei Campioni, nel 1995-1996, da capitano della squadra. Forse il momento più bello di una carriera già leggendaria, ma che aveva ancora tanto da raccontare agli appassionati di calcio…
Il Chelsea, il ritiro e gli ultimi trionfi europei
Sapendo di aver ormai vinto tutto in Italia, l’anno successivo Gianluca Vialli si trasferì a Londra, al Chelsea, dove venne accolto da Campione assoluto. In un tridente tricolore con Di Matteo e Zola, il cremonese divenne uno dei protagonisti principali della rinascita del club, anonimo da decenni in ambito internazionale. E ancora una volta, come ai tempi doriani, il centravanti alzò al cielo il titolo Nazionale alla sua prima stagione nel club.
I restanti due anni al Chelsea furono un tripudio di gol e di trofei: alla bacheca europea di Vialli si aggiunse una Coppa delle Coppe (rendendolo uno dei pochissimi capaci di vincere tutte e tre le principali competizioni UEFA da calciatore) e una Supercoppa UEFA. Nel 1999, dopo diciotto indimenticabili anni di carriera, l’attaccante si ritirò e passò alla guida tecnica del club londinese.
Vialli dopo il ritiro: un Campione anche in panchina
Prima di ritirarsi dal calcio giocato, anche seduto in panchina, con doppio ruolo, Vialli scrisse la storia del pallone. Preso il posto di Ruud Gullit da Player Manager, vinse la Coppa di Lega e la Coppa delle Coppe; sempre ricoprendo le due posizioni, nella stagione seguente l’ex Juventus portò il Chelsea a esordire in Champions League in una cavalcata trionfale, interrotta solo ai quarti di finale, di nuovo da quel “maledetto” Barcellona.
Divenuto allenatore ufficiale nel 2000, Vialli fu licenziato dopo cinque giornate per problemi nello spogliatoio nonostante un buon inizio di stagione, e fu sostituito da Claudio Ranieri. Passò così alla guida del Watford ma, nonostante gli ingenti investimenti sul mercato degli Hornets, non riuscì a portare il club oltre al quattordicesimo posto in classifica, venendo esonerato dopo una sola stagione.
Da quel momento per Vialli iniziò una lunga carriera da showman e da opinionista televisivo nelle principali emittenti italiane, scrisse diversi libri e curò le prefazioni per alcuni saggi calcistici, divenuti poi famosi in tutto il mondo; l’ultimo capitolo della sua avventura calcistica però, doveva ancora arrivare…
L’Europeo 2020 e l’ultimo pezzo di una vita fatta di sogni
Affiancatosi al suo ex compagno di squadra e amico Roberto Mancini, Gianluca Vialli entrò nello staff della Nazionale italiana impegnata nel Campionato Europeo del 2021. Poco da aggiungere, il trionfo di quella squadra porta con sé anche il suo nome, entrato nei cuori dei giocatori e degli altri membri della squadra grazie ai suoi discorsi e al suo cuore enorme, che lo portarono a seguire il sogno azzurro, anche se affetto da un tumore al pancreas.
Una malattia, l’unica cosa che avrebbe potuto fermare una persona così. Un uomo capace di inseguire e di realizzare degli obbiettivi a tratti irraggiungibili, ma sempre con una classe e un’eleganza invidiabili. Un cuore e un carattere straordinario, mantenuto in ogni singola posizione ricoperta in carriera: da calciatore, da allenatore o da opinionista televisivo. Per questo motivo Gianluca Vialli è stata e sarà per sempre una delle pagine più belle della storia del calcio italiano e internazionale. Amato in tutte le squadre in cui ha giocato, rispettato da tutti gli avversari sul prato verde, Vialli ha dato tanto al calcio, ma soprattutto ha dato tanto alle persone.
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