“Gaslighting” è la parola dell’anno 2022 secondo il dizionario americano Merriam-Webster. Significa “manipolare le credenze altrui” ed è diventata sempre più diffusa grazie a Trump: la ricerca del termine è aumentata del 1.740% rispetto all’anno scorso. Una presa di coscienza?
“Gaslighting” è la parola dell’anno secondo il dizionario americano Merriam-Webster, sul cui sito la ricerca del termine è aumentata del 1.740% rispetto allo scorso anno. È una parola abbastanza difficile da spiegare ma che ben incarna gli anni che stiamo vivendo, dove le fake news la fanno da padrone e le cospirazioni sono all’ordine del giorno.
“Gaslighting”, infatti, esprime una delle più intime prevaricazioni e, secondo la definizione del noto dizionario, sta ad indicare la: “Manipolazione psicologica di una persona, spesso per lassi di tempo prolungati, che porta la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri stessi pensieri, della propria percezione della realtà o dei propri ricordi. Normalmente porta confusione, perdita di fiducia in sé e di autostima, incertezza sulla propria stabilità mentale e dipendenza dal manipolatore”.
L’espressione indica, quindi, una sorta di manipolazione psicologica verso un’altra persona, da usare a proprio vantaggio; una situazione che al giorno d’oggi si verifica più spesso di quanto si possa immaginare. Da eventi della propria vita privata, fino ad arrivare a veri e propri fenomeni che orientano il pensiero della massa, il “Gaslighting” si può trovare davvero ovunque al giorno d’oggi.
Basti pensare alle varie correnti di negazionismo, come quello recente nei confronti del Covid-19 oppure il terrapiattismo, fino ad arrivare alle distorsioni della realtà effettuate da un partner nei confronti dell’altro. Il problema sta proprio nel fatto che la vittima difficilmente si accorge, almeno nel breve termine, di quanto stia accadendo; forse però, stando ai dati forniti dal vocabolario stesso sull’aumento della ricerca di questa parola (superiore di ben 17 volte e mezzo rispetto all’anno precedente), potrebbe esserci una presa di coscienza collettiva verso questo fenomeno.
Il termine risale a un dramma teatrale del 1938 di Patrick Hamilton intitolato “Gas Light“. L’opera parla di una storia di abusi psicologici di un marito, Charles Boyer, nei confronti di sua moglie, Ingrid Bergman; il protagonista dell’opera, infatti, fa credere alla moglie che tutto quello che pensa o dice è generalmente falso, inducendola lentamente alla follia.
In particolare la donna nota che le luci a gas della loro lussuosa residenza si stiano affievolendo, ma il marito nega prontamente quello che è l’evidenza minando la sua percezione della realtà e la sua autostima. La moglie, infatti, è vittima delle perfidie della cameriera, con la quale il marito aveva una relazione, che provocava volontariamente l’affievolimento delle luci a gas.
Il termine, infine, è tornato alla ribalta grazie a Donald Trump nel 2020, quando il tycoon iniziò a negare la legittimità della sconfitta alle presidenziali. Sin dalla campagna per le prime presidenziali, infatti, i media americani iniziarono ad usare la parola “Gaslighting” in modo più o meno appropriato, fin quando la CNN arrivò a definirlo “gaslightier in chief“, ovvero il re dei manipolatori.
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