di Lorenzo Peratoner

Il Decreto Aiuti bis, approvato dal Governo Draghi nell’agosto 2022, diventa legge.  All’interno di esso, è presente un cospicuo aiuto per i dipendenti che lavorano in azienda, corrispondente a un contributo di 600 euro per rimborsare le spese per le bollette. La politica italiana negli ultimi anni ci ha abituati al termine “bonus”; tuttavia questo incentivo non è un vero e proprio bonus, bensì un fringe benefit. Vediamo in concreto di cosa si tratta…

Cos’è un fringe benefit e come funziona

Un fringe benefit è un termine che si utilizza soprattutto per descrivere il cosiddetto welfare aziendale, ovvero tutte quelle serie di aiuti che le aziende prevedono ai loro dipendenti. È importante notare, tuttavia, che non si tratta di un’erogazione da parte del datore di lavoro di denaro contante, bensì di una serie di beni fisici totalmente esentasse. Gli esempi più comuni per descrivere i fringe benefit possono essere le auto o cellulari aziendali, i buoni pasto ecc.

Tutto questo ci riconduce al Decreto Aiuti bis, in quanto il Governo ha introdotto nei fringe benefit anche l’aiuto da parte dell’azienda per pagare le bollette di acqua, luce e gas ai dipendenti. Di norma, prima del Decreto in questione, l’importo massimo di fringe benefit esenti da tasse era di 258,23 euro, che, per i restanti mesi del 2022, si alza a 600 euro. Secondo la Repubblica, questa misura dovrebbe costare allo Stato circa 82 milioni di euro. Per il lavoratore, questi 600 euro sono netti, ovvero non subiscono un prelievo fiscale, e per l’azienda questa spesa è totalmente deducibile.

L’erogazione può avvenire da parte dell’azienda direttamente al fornitore di energia elettrica oppure come rimborso in busta paga al lavoratore.

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