Alcuni studiosi sono riusciti a decifrare il codice segreto che Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero, usava nelle corrispondenze epistolari con il suo ambasciatore in Francia. Il codice resisteva da ben cinque secoli, ma il team di ricercatori lo ha svelato dopo “soli” sei mesi di studi.
Carlo V d’Asburgo era uno degli uomini più potenti del XVI secolo. Era Imperatore del Sacro Romano Impero e non solo; era anche Arciduca d’Austria, Re di Spagna e Principe sovrano dei Paesi Bassi.
Figlio di Giovanna la pazza e Filippo il Bello d’Asburgo, il piccolo Carlo ereditò una parte del suo vasto impero a soli sei anni, quando il padre morì prematuramente. Non soddisfatto del grande impero ereditato, però, il giovane Carlo mandò i suoi condottieri alla conquista del Nuovo Mondo. Così facendo, incrementò le sue terre tanto da creare un regno “in cui non tramontava mai il sole”. Comprendeva Paesi Bassi, Spagna, Sud Italia, territori austriaci, Sacro Romano Impero Germanico, le vaste colonie castigliane e perfino una colonia tedesca nelle Americhe.
Un uomo così potente, a quel tempo, non poteva non avere dei nemici ma il suo acerrimo rivale fu senza dubbio Francesco I di Francia. Le divergenze tra i due causarono ben quattro guerre, le famose guerre franco-imperiali, scoppiate per il dominio del Nord Italia, terminate tutte con la vittoria dell’Imperatore e culminate con la cattura di Francesco I sul campo di battaglia a Pavia, nel 1525.
Forse è proprio per questo motivo che Carlo V divenne così paranoico e preoccupato per la sua incolumità; l’Imperatore, infatti, era convinto che il suo Impero fosse pieno di cospirazioni contro la sua persona e lo dimostra la ricca corrispondenza epistolare con il suo ambasciatore francese, Jean de Saint-Mauris, conservata nella Biblioteca Stanislas di Nancy, in Francia e della quale una lettera è stata appena decifrata.
Cinque secoli dopo, secondo quanto riporta Focus, un team di ricercatori francesi è riuscito a decifrare, dopo “soli” sei mesi di lavoro, il codice segreto utilizzato dall’imperatore Carlo V nelle sue lettere. In particolare, nella lettera decrittata, Carlo V rivelava al suo ambasciatore in Francia tutti i timori per una cospirazione contro di lui; il codice consisteva nella sostituzione delle vocali con simboli ispirati alla lingua araba con l’aggiunta di alcune frasi senza senso per depistare chiunque ne fosse entrato in possesso in maniera illegale.
Il documento è stato decifrato grazie a degli scarabocchi che l’ambasciatore utilizzava per trascrivere il codice sul margine della pagina e, come spiega la storica Camille Desenclos, conferma lo stato alquanto degradato dei rapporti tra Francesco I e Carlo V già nel 1547, nonostante tre anni prima avessero firmato un trattato di pace. L’Imperatore parlava di un complotto per assassinarlo, una notizia che si è poi rivelata infondata ma che comunque rivela tutta la sua paura.
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