Attualità

Francia, Louvre pronto a restituire sette opere trafugate dall’Italia

I primi dubbi circa le modalità con le quali il Louvre è arrivato in possesso di queste sette opere archeologiche sono nati più di 10 anni fa; adesso, però, gli archeologi sono riusciti a provare definitivamente che tali reperti erano stati saccheggiati illegalmente. Di fronte a questa verità il museo francese, ora, si dichiara disposto a collaborare con l’Italia per riportare le opere sul territorio dello Stivale: l’accordo tra i due Paesi dovrebbe ufficialmente concludersi questo autunno.

Arte, la storia dei sette reperti del Louvre rivendicati dall’Italia

L’inchiesta del giornale francese Le Monde ricostruisce tutta la vicenda. Questa inizia tra il 1982 e il 1998, quando il Louvre acquista sette reperti archeologici, che diventeranno fondamentali per la sua collezione. In questo periodo, come sottolinea il giornale “i direttori erano più interessati all’autenticità di un’opera e meno preoccupati della loro provenienza: si sapeva, cioè, molto poco sulla loro storia, e ci vorrà ancora molto tempo prima che gli studiosi riescano a ricostruirla.

Si inizia, così, a sospettare che tali reperti fossero stati oggetto di saccheggio circa dieci anni fa. Gli studiosi iniziano cioè a pensare che la patria di questi reperti sia l’Italia, e, sulla base delle loro ricostruzioni, nel 2018 vi è la presentazione, da parte del Bel Paese, di una richiesta di restituzione indirizzata al museo. Richiesta che, però, rimane, per lungo tempo, inascoltata: il museo francese, da sempre, non ammette facilmente le sue falle nell’acquisizione delle opere d’arte e, comunque non vi era nessuna certezza sulla provenienza delle opere.

Lo studio di una coppia di archeologi romani, Maurizio Pellegrini e Daniela Rizzo, e di un esperto danese, Christos Tsirogiannis, ha però finalmente fatto emergere la verità. Non vi sono, adesso, più dubbi sulla storia dei reperti, ricostruita dagli studiosi e condivisa da questi con le autorità di Roma. È ora indubbio, così, che tali reperti siano stati oggetto di saccheggi da parte di alcuni, cosiddetti, tombaroli, ovvero persone che rubano nelle tombe alla ricerca di reperti da rivendere, e l’Italia abbia il diritto di rivendicarli.

Il Museo è pronto a collaborare: imminente l’accordo Francia-Italia

L’Italia, così, attraverso il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha inoltrato un’altra richiesta questo febbraio. Stavolta il Bel Paese ha incontrato le condizioni adatte per vedere accolta la sua richiesta: l’arrivo della nuova direttrice, Laurence des Cars, ha reso possibile l’inizio della collaborazione tra i due Paesi.

Des Cars, infatti, ha dichiarato la volontà del Museo di aprirsi alla richiesta dell’Italia, affermando che le opere dubbie sono “una macchia sulle collezioni del museo“. Secondo la direttrice: “Lo studio della provenienza è oggi una questione delicata, dal punto di vista scientifico, simbolico e politico“.

Sangiuliano, invece, ha così commentato la vicenda: “Sono lieto che una grande istituzione culturale come il Louvre riconosca la richiesta da me inoltrata, in occasione dell’incontro a Parigi con la direttrice Laurence Des Cars avvenuto a febbraio scorso. Nell’occasione – ha continuato il ministro –  abbiamo presentato un accurato dossier predisposto dagli uffici competenti del Ministero su alcuni reperti archeologici attualmente nelle collezioni del museo francese trafugati e illecitamente esportati dall’Italia, ponendo la questione della loro restituzione. Ne è scaturito un dialogo costruttivo, tuttora in corso, tra il ministero della Cultura e il museo francese, con il comune obiettivo della tutela del patrimonio culturale e della lotta al traffico illecito dei beni culturali“.

Tra le opere, a spiccare è un’Anfora a fondo nero, datata al V secolo a.C.  Tale reperto viene attribuito al “pittore di Berlino”, artista mai identificato, ed è pilastro della ceramica ellenica. Oggetto dell’accordo è anche il Vaso antico del Pittore di Ixion, realizzato intorno al 330 a.C.

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Federica Caiafa

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