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Fiorentina: cosa non ha funzionato ad Atene?

di Cristian Castellini

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L’Olympiakos ha vinto la prima competizione UEFA per club nella storia del calcio greco. Un evento unico, reso possibile grazie al bomber Ayoub El Kaabi, autore di ben 33 reti in stagione con il club del Pireo. Di queste 33, 11 sono state segnate nella fase a eliminazione diretta della Conference League, un record nelle competizioni europee. La squadra di José Luis Mendilibar, tecnico che ha accompagnato la vittoria del Siviglia in Europa League la scorsa stagione, ha vinto meritatamente la competizione imbrigliando una Fiorentina confusionaria e poco cinica.

Poco potenziale offensivo per la Fiorentina

La “Viola“, stando alle statistiche, ha tirato di più. 17 tiri contro i 6 dell’Olympiakos, di cui 4 in porta. Eppure, guardando la partita, si può dire che la Fiorentina sia stata complessivamente meno pericolosa dei greci. Le ripartenze degli Erithrolefki sono sempre state una minaccia per Biraghi e compagni, che non sono riusciti a essere incisivi là davanti. La voglia di Nico Gonzalez non è bastata per innescare Belotti e M’Bala Nzola, ma in generale nessun attaccante, titolare o subentrato, ha minacciato la difesa composta da Rodinei, Carmo, Ortega e dall’onnipresente Retsos. Un muro che per 120 minuti non ha concesso quasi niente agli avversari.

La Fiorentina non è neanche riuscita a dominare e controllare il possesso palla, fermo al 53%. Ma soprattutto è allarmante la percentuale di passaggi riusciti — un misero 69%. E in effetti chi ha visto la partita può confermare quanto sia stata “spezzettata” da contrasti aerei e palle contese. Che spesso l’Olympiakos è riuscito a rendere proprie.

Insomma, abbiamo assistito a una partita piuttosto anonima della Fiorentina, contro una squadra inferiore ma non nello sforzo messo in campo. Anzi, si può osar dire che l’Olympiakos abbia dato molto di più per quel che poteva, meritando a pieno la coppa.

L’avventura di Italiano è giunta al termine?

La stagione precedente all’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina, la Fiorentina si era classificata 13esima in Serie A. In generale la “Viola” dal 2016 in poi era diventata una forza di metà classifica, e talvolta si è trovata a lottare per non retrocedere.

Il lavoro di Italiano e della società, quindi, è lodevole ed è stato importante. Detto questo, le lacune nel sistema di gioco della Fiorentina sono abbastanza evidenti. Nonostante la varietà di interpreti, la fase offensiva è piuttosto sterile, e si tratta di un problema cronico. Dominio del gioco, possesso palla e poca finalizzazione. Forse manca l’attaccante giusto, ma bisogna anche sapersi adeguare a ciò che si ha a disposizione. Complimenti a Italiano, quindi, che è stato in grado di portare la Fiorentina a due finali europee consecutive, ma molto deve essere ancora fatto, a questo punto da un nuovo tecnico.

Dati e statistiche: Transfermarkt

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