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Buon compleanno Ferrari: 75 anni di storia

di Stefano Ceresoli

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Il 12 Marzo del 1947 Enzo Ferrari fondava a Maranello l’iconica e omonima casa automobilistica. Oggi, 75 anni dopo, celebriamo l’anniversario della nascita di uno dei brand più influenti e vincenti al mondo, un orgoglio italiano che ha segnato indelebilmente la storia del motorsport.

Ferrari

Ferrari (@Shutterstock)

La fondazione e i primi anni

Enzo aveva già fondato nel 1929 la Scuderia Ferrari, squadra di corse sostenuta da Alfa Romeo ma che era lentamente diventata solo un sottoreparto della stessa. Per questo Ferrari ambiva a lanciare un’impresa indipendente, con la quale avrebbe potuto avere la libertà di progettazione e produzione senza vincoli esterni e il suo nome sul logo. Questa opportunità si presentò nel 1947, quando Enzo ufficialmente fondò il marchio Ferrari. La prima vettura fu la leggendaria 125 S, ma il passo più importante fu quello di tre anni dopo. Infatti, nel 1950 venne creata la Formula 1, la regina delle categorie motorsport, e Ferrari fu presente sin dall’inizio. Nonostante il primo titolo non arrivi fino al 1952 con Alberto Ascari, il suo debutto a Monaco si concluse con un secondo posto. Dopo il secondo titolo del 1953, tuttavia, Mercedes cominciò un periodo di tre anni di dominio dello sport che portò la Ferrari a cercare aiuto.

La FIAT entra in gioco

Arrivò così nel 1955 l’aiuto della FIAT. La società torinese investì nello sviluppo della Scuderia in una collaborazione alla pari durata 14 anni, che portò alla conquista di 4 campionati di Formula 1 e contribuì ad affermare Ferrari come una delle maggiori forze nel motorsport. Questa collaborazione si concluse nel 1969, con l’annessione di Ferrari al gruppo FIAT, pur conservando una certa indipendenza. L’influenza di FIAT nella storia della Scuderia è stata e continua ad essere enorme, ma dal 1964 la Ferrari, pur vincendo vari GP, non era più riuscita a conquistare un titolo. Alla metà degli anni ‘70, dopo 11 anni di astinenza, questo sembrava un problema irrisolvibile. Serviva un miracolo. E un miracolo è arrivato

Lauda, il ritorno al successo e i primi anni ‘80

Niki Lauda era un venticinquenne austriaco al suo quarto anno in Formula 1. Pochi risultati clamorosi, personalità difficile e non portava con sé nessun grande sponsor. Ma Niki aveva era un talento impareggiabile non solo nel guidare, ma anche e soprattutto nello sviluppare ed ottimizzare le vetture. Sono diventate leggendarie le parole rivolte dal pilota a Enzo Ferrari il primo giorno nella nuova vettura. La definì “una me*da”, e promise al patron della Scuderia che avrebbe potuto farla andare mezzo secondo a giro più veloce se gli avessero permesso di modificarla. Quel mezzo secondo promesso si trasformò in un secondo intero e permise alla Ferrari di tornare al successo mondiale negli anni successivi, iniziando un periodo di vittorie che si sarebbe protratto anche dopo l’addio di Lauda alla Scuderia nel 1977. Nelle quattro stagioni con Ferrari, Lauda vinse due titoli mondiali e ottenne un secondo posto nella stagione 1976 per mezzo punto. L’incredibile storia di questa stagione, tra il tragico incidente in Germania dove Lauda rimase intrappolato tra le fiamme e la drammatica ultima corsa, meriterebbe un articolo a sé ed è stata narrata nel film “Rush”. L’influenza di Lauda e le sue innovazioni permisero alla Ferrari di continuare a vincere fino al 1983, quando ebbe inizio un digiuno di titoli quasi ventennale

Ferrari

La Ferrari di Niki Lauda (@Shutterstock)

Il periodo nero della Ferrari: i disastrosi anni ‘80 e primi anni ‘90

Dopo l’incidente fatale di Gilles Villeneuve nel 1982 e la vittoria del campionato costruttori l’anno successivo, Ferrari entrò nel periodo meno vincente della sua storia. La concorrenza di McLaren e Williams e dei motori Renault e Honda divenne sempre più agguerrita e in questi anni Ferrari non riuscì mai a superare il secondo posto nella classifica costruttori. La Scuderia era costantemente la terza macchina più veloce in pista e non riuscì a vincere, pur andandoci vicino. Anche con l’aiuto di grandissimi piloti come Alain Prost e Nigel Mansell, il titolo sembrava ormai maledetto per la Scuderia. La morte di Enzo Ferrari nel 1988 non fece che peggiorare le cose, venendo a mancare una figura cardine per la Scuderia. Serviva un rinnovamento, e serviva in fretta. E questo rinnovamento arrivò nella seconda metà degli anni ‘90, grazie a due figure leggendarie.

Schumacher, Jean Todt e la rinascita Ferrari

Michael Schumacher veniva da due vittorie consecutive del campionato del mondo in Benetton, ma non seppe resistere al fascino della Scuderia del Cavallino Rampante. Si pose l’obiettivo di riportarla sul tetto del mondo, dove meritava di stare. Jean Todt si era posto alla guida della Scuderia nel 1993 e aveva iniziato una fase di rinnovamento e ringiovanimento del team. Questo duo avrebbe riportato la Ferrari sul tetto del mondo, e tutto cominciò dalla stagione 1996. Non la più incoraggiante, con solo tre vittorie per Michael, ma le tre stagioni successive finalmente la Ferrari combatté fino all’ultima gara per i titoli piloti e costruttori, riuscendo finalmente a vincere il secondo nel 1999. Dopo sedici anni di digiuno, Ferrari tornò sul tetto del mondo. E da quel momento ebbe inizio una dinastia clamorosamente vincente.

Ferrari

Schumacher e Jean Todt (@Sutterstock)

I gloriosi anni 2000

Come descrivere gli anni 2000 in Formula 1? Basta un colore: rosso, rosso Ferrari. La squadra vinse un titolo mondiale costruttori in 7 di questi 10 anni, e vinse anche quello piloti in sei di essi. La squadra di Maranello dominò lo sport in una maniera mai vista prima, con Schumacher che conquistò 5 titoli mondiali consecutivi, tuttora il record assoluto, tra il 2000 e il 2004. Le monoposto costruite in quel periodo erano capolavori di ingegneria che non lasciarono scampo alle rivali McLaren e Renault. Dopo un cambio di regolamenti da parte della FIA volto espressamente a fermare la dominazione della Scuderia e che la fermò per un paio d’anni, Ferrari riprese a vincere altri due titoli consecutivi nel 2007 e nel 2008. Questi due titoli, tra cui solo una vittoria su due nel campionato piloti targata Kimi Raikkonen, sono purtroppo rispettivamente l’ultimo titolo costruttori e l’ultimo titolo piloti della Ferrari ad oggi.

Ferrari

Schumacher sul podio (@Shutterstock)

La caduta

Dall’anno 2009, con un radicale cambio nel regolamento, la Ferrari faticò enormemente. Le macchine non erano più al livello degli anni passati, essendo a volte addirittura la quarta o quinta vettura più veloce in pista. Vi furono alcune lotte per il titolo nelle stagioni 2010 e 2012 grazie alle prodezze di Fernando Alonso, ma il team aveva perso qualcosa. Che fosse stato l’addio di Jean Todt nel 2007 o un cambio estremo nel regolamento, o addirittura qualcos’altro, nessuno lo sa. Ma da allora il team non fu più lo stesso. Nel 2014 l’introduzione delle componenti ibride nel motore iniziò l’era di dominio Mercedes che continua ancora adesso, con 8 titoli costruttori consecutivi, e la Ferrari affondò ancora più in basso. Nonostante il team avesse i mezzi per lottare per il mondiale nel biennio 2017-2018, gli errori dei piloti e le a volte incomprensibili strategie del team buttarono al vento questa chance. Nel 2020 Ferrari toccò il fondo, presentando una macchina incapace di lottare per il podio e che le fece raggiungere il sesto posto nel campionato costruttori, il peggior risultato in 40 anni

Ferrari

Vettel in Ferrari (@Shutterstock)

Un ritorno alla gloria?

Ma vi sono segnali di miglioramento, e quando si tocca il fondo si può solo salire. Nella stagione 2021 la Ferrari ha fatto significativi miglioramenti, raggiungendo il terzo posto nella classifica costruttori, e focalizzando tutte le sue risorse sulla stagione a venire. La stagione 2022 prevede grandissimi cambiamenti nel regolamento, e la Scuderia ha fatto del suo meglio per sfruttare questi cambiamenti e tornare sul tetto del mondo. I piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr., sono tra i più talentuosi in circolazione e dai test finora fatti la macchina sembra veloce, affidabile e promettente. Dovremo aspettare fino a domenica prossima, quando la stagione avrà inizio in Bahrain, per vedere i risultati. Tuttavia il cavallino rampante sembra finalmente più pronto che mai per sfidare Mercedes e Red Bull nella lotta al titolo.

Buon compleanno Ferrari

Dunque tanti auguri Ferrari. Il tuo cavallino rampante, orgoglio italiano, fa ancora battere il cuore a milioni di appassionati. Il tuo nome è, dopo tutto questo tempo, sempre simbolo di velocità, qualità e spirito vincente. Enzo Ferrari un giorno disse “Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile: sicuramente la farà rossa”. Ebbene, 75 anni dopo l’inizio di questo meraviglioso sogno scarlatto, possiamo ora dirlo senza indugio. Enzo, avevi ragione.

Ferrari

Leclerc (@Shutterstock)

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Di Ceresoli Stefano

 

 

 

 

 

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