La storia e la lore dietro al mondo di Fallout creato da Bethesda sono davvero molto ampie e ben strutturate. Si tratta di una storia che parla di guerra, di umanità e di come quest’ultima non cambi mai e commetta sempre gli stessi errori. Una storia che ha inizio nel nostro mondo, nella stessa linea temporale, salvo poi distaccarvisi e giungere al lungo inverno nucleare che abbiamo imparato ad amare nei vari capitoli della saga. Quanto segue è il racconto di ciò che ha portato alla fine dell’umanità come la conosciamo all’interno di Fallout. Essendo un racconto lungo e complesso, sarà strutturato in diversi episodi, fino ad arrivare al giorno in cui il mondo finì. Siete pronti? Allora partiamo.
Il mondo di gioco nel quale sono ambientate le diverse avventure dei vari capitoli di Fallout ha un inizio comune con la nostra storia contemporanea. Più precisamente i fatti sono gli stessi fino alla seconda guerra mondiale e alla sua fine. Ma qualcosa iniziò a cambiare nei primissimi anni del secondo dopoguerra. Un’importante invenzione venne a mancare nella story-line di Fallout, cambiando radicalmente il futuro rispetto alla nostra realtà. Un passo cruciale fu infatti la non-invenzione dei transistor nel 1947. Per intenderci: i transistor sono alla base di tutti i device elettronici del mondo odierno e dell’informatica. La recente crisi di transistor e materie prime che ha afflitto il nostro mondo ha creato non pochi disagi, quindi immaginate cosa avrebbe comportato per l’umanità non venirne nemmeno a conoscenza. Come “alternativa” comunque, venne incentivata di molto la ricerca sull’energia nucleare, che diventò centrale anche nella vita di tutti i giorni.
(Immagine dal gioco di ruolo di Fallout di Joshua E. Sawyer)
Passano gli anni dopo “lo scisma” con la nostra linea temporale, e il governo degli Stati Uniti d’America compì un grande cambiamento. Negli anni ’60 il tessuto politico del Paese (come effettivamente successo anche “da noi”) stava cambiando. Nacquero così dei nuovi macro-Stati all’interno del territorio americano. Niente più 50 Stati ma 13 grosse Repubbliche chiamate “Commonwealth“. Queste 13 grandi Repubbliche comprendevano diversi stati degli ormai ex-USA, e col senno di poi, diventeranno una delle più importanti cause della fine dell’umanità.
La rivoluzione arrivò per contrastare l’influenza e la diffusione del comunismo in territorio americano, oltre a de-responsabilizzare il governo centrale di Washington di tanti problemi minori. Questo naturalmente portò però diversi macro Stati del Commonwealth a guadagnare troppo potere e libertà, avvicinando di un altro passo il mondo verso il baratro.
La storia reale e quella di Fallout dagli anni ’70 in poi è molto simile. Molti eventi storici dall’importanza indubbia, infatti, sono successi in entrambe le linee temporali. Come ad esempio la caduta del muro di Berlino nel 1989. O l’enorme sviluppo economico del dopoguerra. Quindi ricapitolando: nel 1969 nacquero i 13 Commonwealth; l’America condusse comunque la guerra in Vietnam, il mondo continuò a svilupparsi come lo conosciamo e l’umanità visse una vera e propria epoca d’oro. Ma anche il più bello dei castelli nasconde uno scheletro nell’armadio.
Dagli anni ’90 fino al 2040-2050 la società si espanse, come già ribadito. Si svilupparono importanti realtà nel panorama industriale americano. Tra tutti spicca John Caleb-Bradberton, inventore della Nuka-Cola nel 2044. Parallelamente lo sviluppo tecnologico portò alla creazione di robot e droni, sia di uso militare che domestico, alimentati dall’energia nucleare. In questi anni venne anche inventato il famoso Pip-Boy, un computer portatile da braccio inventato dalla RobCo prima dello scoppio della Grande Guerra. E la guerra, come una profezia di un inesorabile destino per l’umanità, non tardò ad arrivare.
Quello che negli ultimi decenni gli scienziati in tutto il mondo stanno prevedendo e che i Governi stanno cercando di evitare, nel mondo di Fallout è invece accaduto. Stiamo ovviamente parlando della fine delle risorse necessaria al sostentamento della società e delle industrie. L’esaurimento dei combustibili fossili, soprattutto del petrolio, portò una grave crisi economica ed energetica, stoppando all’improvviso la continua crescita dell’umanità.
Ormai alle soglie del 2050, i grandi siti di estrazione petrolifera degli Stati Uniti si stavano esaurendo. Il Governo cercò soluzioni alternative, come i siti d’estrazione minore, ma senza le grandi riserve petrolifere del sottosuolo texano, divenne impossibile per gli USA pensare di poter tenere sotto controllo la situazione. La crisi del ’51 portò ad un’impennata dei prezzi e ad un ovvio malcontento nel popolo. I primi venti di guerra iniziarono a soffiare e, anche in Europa e in Asia, la situazione iniziò a scaldarsi parecchio.
Molte piccole nazioni andarono in bancarotta e l’Europa, che nel frattempo era a sua volta diventata un commonwealth, arrabbiata per l’innalzamento dei dazi e dei prezzi, iniziò a meditare una possibile azione militare in medio-oriente per impadronirsi delle riserve di greggio. Il grande ingranaggio della distruzione era ormai inesorabilmente in moto.
Nel 2051 il governo degli Stati Uniti decide quindi di optare per una tattica alternativa: invadere un paese confinante per prenderne le risorse petrolifere. Nacque così il progetto per l’invasione del Messico.
Con palesi false motivazioni iniziarono a cercare il modo per ottenere quanto desiderato. Prima con alcune sanzioni e dazi che indebolirono il Governo e la società messicana, poi con un’invasione su larga scala. Con la consueta scusa di “esportare democrazia” gli Stati Uniti invasero quindi il Messico per appropriarsi del loro petrolio. Inutile dire che, oltre a inimicarsi gran parte del mondo occidentale, l’azione servì a ben poco: le riserve ottenute erano ben misera cosa rispetto all’enorme domanda statunitense.
Il Commonwealth europeo e l’Organizzazione delle Nazioni Unite chiesero spiegazioni, senza però ottenere nulla di concreto. Dopo un report televisivo, però, la verità dietro alle trivelle texane venne a galla e il mondo intero capì di essere in pericolo: la vita agiata stava finendo insieme al petrolio. Complice la tensione crescente tra i vari stati, l’ONU venne sciolta nel 2052 e… quello che venne dopo fu la genesi della fine. L’inizio dell’ultimo ventennio che portò l’umanità a quell’autodistruzione narrata in innumerevoli racconti distopici.
Questo vuole essere il primo di tanti racconti dietro la storia e la lore non solo di Fallout e del mondo creato da Bethesda, ma di tutti i titoli con alle spalle un mondo affascinante e misterioso. Per il prossimo episodio, ci troviamo la prossima settimana sempre su Nasce, Cresce, Respawna.
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