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Fallout, la recensione della prima stagione: war never changes

di Riccardo Rizzo

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Qualche giorno fa, in concomitanza con l’uscita di tutti gli episodi su Amazon Prime Video, abbiamo parlato nel dettaglio dei primi minuti di Fallout. Il primo episodio, di fatto, ci aveva convinto a pieno, lasciandoci con la curiosità e la voglia di continuare a guardare le avventure di Lucy, Il Ghoul e Maximus. Ma la serie si sarà confermata all’altezza del primo episodio?

War. War never changes

Per chi non avesse letto la recensione del primo episodio, la serie di Fallout narra le vicende di tre protagonisti: Lucy, Il Ghoul e Maximus, appunto, che per una serie di motivazioni sono alla ricerca dello stesso obiettivo. Lucy, interpretata da Ella Purnell, è una giovane abitante del Vault 33, che presto abbandona per esplorare la Zona Contaminata della California alla ricerca di una persona. Il Ghoul, interpretato magistralmente da Walton Goggins, è un cacciatore di taglie nato prima della Grande Guerra. È proprio tramite lui che scopriamo alcuni interessanti retroscena sulle settimane e i mesi antecedenti allo scoppio delle bombe (essendo canonica, la serie ha un peso specifico importante anche in relazione ai videogiochi). Maximus, invece, interpretato da Aaron Moten, è un giovane apprendista della Confraternita d’Acciaio che sogna, come tutti, di diventare un cavaliere.

La storia è ben bilanciata tra i protagonisti, che nel corso degli episodi riescono a maturare e a mostrare un chiaro percorso narrativo. Con l’incedere della narrazione, di fatto, diventano chiari gli obiettivi dei singoli personaggi e delle rispettive fazioni, che tra l’altro si rivelano incredibilmente coerenti con l’universo di Fallout, specie la Confraternita. In particolare ci hanno convinto Lucy e Il Ghoul, che in questa prima stagione risultano più a fuoco rispetto a Maximus, che in alcuni momenti appare un po’ debole, privo di una caratterizzazione ben definita.

The End of the World

Nulla da dire, invece, sulla costruzione del mondo: l’universo di Fallout è stato ricreato con una fedeltà pressoché totale. Il livello di dettaglio con cui sono state create le ambientazioni, dai Vault agli scenari desolati della Zona Contaminata fino alle sequenze nel passato, è semplicemente eccellente. Johnatan Nolan, Lisa Joy, Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner hanno svolto un lavoro incredibile.

A conti fatti, quello che più ci è piaciuto di Fallout è proprio la cura riposta nella ricostruzione dell’estetica tipica del brand. Le musiche, la coerenza e la fedeltà delle ambientazioni, l’atmosfera retro-futuristica squisitamente anni Cinquanta, l’estrema violenza delle wastelands, un umorismo nero sempre ben calibrato e mai eccessivo, un profondo rispetto per la lore dei videogiochi: tutti gli appassionati di Fallout si sentiranno a casa. Ma non solo, dato che la forte personalità del suo universo potrebbe spingere anche chi non ha mai messo piede fuori da un Vault a provare i capitoli videoludici per la prima volta.

Sono questi gli elementi che ci hanno convinto a pieno, così come le fasi nel passato e gli approfondimenti sui Vault, capaci di rivelare alcuni elementi chiave per la lore di Fallout. Ci hanno lasciato un po’ di dubbi, invece, alcune sequenze della storia, un filo troppo lente, ma comunque essenziali per il percorso e lo sviluppo dei personaggi.

I Don’t Want To Set The World On Fire

Insomma, Fallout si conferma come una serie imperdibile per tutti gli appassionati dei videogiochi, con citazioni, easter egg, approfondimenti e una generale attenzione per l’universo narrativo che lo pongono come un prodotto davvero ben riuscito. Le avventure di Lucy, Il Ghoul e Maximus potrebbero però rivelarsi ottime anche per chi non si è mai approcciato alle opere videoludiche, rappresentando un antipasto per le storie di Betheda e Interplay.

In definitiva, la produzione ci è piaciuta, dato che è riuscita nell’impresa di convogliare in otto episodi (della durata di circa un’ora) un universo sconfinato, ponendo delle solide basi per delle stagioni future. Senza fare spoiler, infatti, sarà interessante capire come Bethesda e Amazon decidano eventualmente di continuare la storia della Zona Contaminata della California del 2296, sia in relazione ai vecchi capitoli che a un possibile (e probabile) Fallout 5.

PRO della serie tv

  • Le atmosfere e l’estetica del mondo di Fallout, estremamente fedeli alle produzioni videoludiche;
  • Il comparto musicale;
  • Lucy e Il Ghoul;
  • La caratterizzazione delle varie fazioni, su tutte la Confraternita d’Acciaio;
  • Le sequenze ambientate nel passato e nei Vault, capaci di approfondire alcuni elementi chiave della lore di Fallout;
  • La storia e la narrazione, che insieme evidenziano una buona alternanza degli archi narrativi dei tre protagonisti;
  • La presenza di moltissime citazioni, easter egg e riferimenti ai videogiochi;
  • L’umorismo e la comicità;
  • La violenza e il gore, rappresentati coerentemente rispetto alle iterazioni videoludiche.

CONTRO della serie tv

  • Il personaggio di Maximus risulta quello più debole e meno a fuoco dei protagonisti;
  • Alcuni momenti, anche se comunque essenziali per lo svolgimento e la maturazione dei personaggi, risultano un po’ troppo lenti.

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