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Expo 2030: le proposte delle tre città candidate; c’è anche Roma!

Nell’attesa della prossima Esposizione Universale, che si terrà a Osaka nel 2025, si sta entrando nelle fasi finali per decretare lo Stato ospitante per l’Expo del 2030; tra i candidati in lizza Busan, Riyadh e Roma. Vediamo i dettagli, come riportati da TGCOM24

Expo 2030: i temi dei Paesi candidati

La parola decisiva spetterà ai 179 Paesi facenti parte del BIE (Bureau international des Expositions), che, nel corso della 173esima Assemblea Generale di novembre, pronunceranno il proprio voto su uno dei tre candidati. Arabia Saudita, Corea del Sud e Italia si scontreranno per accaparrarsi questa prestigiosa Esposizione, la cui ultima edizione si è tenuta a Dubai nel corso del 2021-2022.

I temi messi in campo sono i seguenti:

  • Busan: “Trasformare il nostro mondo, navigare verso un futuro migliore“;
  • Riyadh: “L’era del cambiamento: insieme per un futuro lungimirante“;
  • Roma: “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione“;

La proposta messa in campo da Roma

Come riportato dal Comune di Roma, il luogo destinato all’Expo sarebbe la zona di Tor Vergata, descritta come “il distretto ideale per un ambizioso intervento di rigenerazione urbana, inclusione e innovazione“. Un’eventuale vittoria dell’Italia rappresenterebbe un’importante occasione e precedente per Roma, che non ha mai tenuto un’Esposizione Universale, escludendo quella del 1942, ovviamente annullata per via della Seconda guerra mondiale. Le ultime due Esposizioni nel Bel Paese sono state a Genova nel 1992 e a Milano nel 2015.

Il motivo che ha spinto Roma ad adottare questo specifico tema riguarda il trend dell’inurbamento, un processo che entro il 2050 vedrebbe infatti il 60% della popolazione mondiale vivere all’interno di una città. Pensare quindi a un centro urbano inclusivo, sostenibile, accessibile e aperto per tutti è la sfida che l’Italia ha voluto intraprendere per Expo 2030; il logo scelto da Roma, un arco romano aperto, ricalca infatti questo fine, rappresentando un invito a guardare verso il futuro. Si tratta altresì del primo logo Expo presente sottoforma di NFT, le cui linee, forme e colori cambiano continuamente grazie a un algoritmo.

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Lorenzo Peratoner

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