La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’eutanasia attiva. Organizzato nei mesi scorsi dall’Associazione Luca Coscioni, aveva raccolto più di 1,2 milioni di firme. Come riporta l’Ansa, La Corte avrebbe respinto il referendum perché “Non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Il referendum, infatti, mirava ad abrogare, almeno parzialmente, l’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente).
Sono diversi i commenti relativi alla decisione della Corte Costituzionale. Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, da mesi si batte per la raccolta delle firme e la sensibilizzazione sul tema. “Credo che sia una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo sofferenze insopportabili contro la loro volontà. Credo sia ancora di più una brutta notizia per la democrazia del nostro Paese perché sarebbe stata una grande occasione per collegare la realtà sociale con le istituzioni, su questo molto disattente”.
L’Associazione Luca Coscioni ha annunciato che “Il cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia non si ferma. Certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata. Non lasceremo nulla di intentato, dalle disobbedienze civili ai ricorsi giudiziari. Ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari in questi anni particolarmente assenti o impotenti. Prenderemo in considerazione la possibilità di candidarci direttamente a governare per realizzare le soluzioni che si affermano ormai in gran parte del mondo democratico”.
Soddisfatti invece la senatrice dell’Udc, Paola Binetti, e il presidente di Scienza e Vita, associazione che lavora in sinergia con la Cei sui temi del fine vita. “Passa la nostra linea: sulla vita non si vota. Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte“.
Se in Italia, come anche in Irlanda l’eutanasia rimane illegale, in molti altri stati europei la situazione cambia. Svizzera, Svezia, Norvegia, Danimarca, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Gran Bretagna, Austria, Ungheria, sono i paesi in cui il suicidio assistito, anche se con diverse restrizioni, è stato depenalizzato. In Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna invece, l’eutanasia è legale senza restrizioni.
L’Italia quindi, ancora una volta rimane indietro, e l’assenza di una legge rimane il problema principale. Il discorso sul suicidio assistito ed eutanasia infatti, va avanti da oltre 40 anni, e le diverse proposte e discussioni sono state respinte. Non ci rimane che sperare nel Parlamento, che approvi finalmente una legge, perché sulla vita di una persona non possono decidere gli altri.
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