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Manca meno di un mese all’esame di maturità 2025, è quindi utile sapere le novità introdotte. Fortunatamente non si tratta di novità radicali, fatta eccezione per la riforma del valore del voto di condotta. Vediamole meglio:
Aver svolto il numero di ore previste per il proprio istituto era già obbligatorio; si tratta di 90 ore per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per i professionali. Ora, dal Decreto 226 del 12 novembre 2024, entra ufficialmente in vigore fra i requisiti per essere ammessi all’esame.
Si conferma anche per quest’anno la necessità di essere stati presenti almeno i tre quarti dell’anno scolastico, a prescindere dal fatto che le assenze siano giustificate.
Nonostante le polemiche a riguardo, è obbligatorio aver partecipato alle prove invalsi. La valutazione non inciderà sul voto, ma la presenza è necessaria.
Il consiglio di classe può ammettere il candidato all’esame con una sola insufficienza in pagella, ma essa dev’essere accompagnata da una motivazione didattica forte. Oltre non ci si può spingere: se si hanno di due insufficienze la non ammissione è praticamente automatica. Esistono alcuni casi di eccezione, ma sono davvero rari.
Durante gli anni passati il voto in condotta non aveva una grande importanza. Era obbligatorio che fosse almeno sufficiente per essere promossi, ma una volta raggiunto il 6 poco importava. Da quest’anno un voto non alto in condotta può diventare un ostacolo.
Chi ha raggiunto la sufficienza senza andare oltre dovrà presentare in sede d’esame un elaborato su un tema di cittadinanza attiva e solidale, assegnato dal consiglio di classe e discusso durante il colloquio.
Chi raggiungerà 7 o 8 avrà un limite sulla valutazione, in quanto non avrà diritto al massimo di crediti per quell’anno previsti dalla sua media dei voti finale. Per ogni anno, a partire da questo, perderà un punto sul totale, fino quindi a un massimo di tre punti su 100. Chi ambisce al massimo dei voti dovrà eccellere anche nella condotta.
Questa è una scelta che mira a responsabilizzare gli studenti anche in aula, rendendo l’esame non solo una questione numerica ma di maturità in tutti i sensi.
Il voto è composto, come per gli scorsi anni, da massimo 40 punti presi con i crediti durante il triennio e fino a 60 punti divisi nelle tre prove.
A chi totalizza almeno 30 crediti scolastici e almeno 50 punti nelle prove, la commissione può aggiungere fino a 5 punti bonus. Si tratta di un premio alla solidità del percorso.
La lode può essere assegnata solo se il candidato raggiunge i 100 punti senza l’aiuto dei bonus e con il parere unanime della Commissione.
Fonti: Skuola.net e Ministero dell’istruzione
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