Il giallo per ragazzi “Enola Holmes“, distribuito da Netflix nel 2020, ha appena ricevuto un sequel. Ispirato al romanzo “Il caso del marchese scomparso“, della serie “The Enola Holmes Mysteryes” di Nancy Springer, il film raccontava le avventure della sorella minore del celebre investigatore Sherlock Holmes, Enola, interpretata da Millie Bobby Brown. Accanto a lei recitavano Henry Cavill, Sam Claflin, Louis Partridge e Helena Bonham Carter. Il sequel, che prevede lo stesso cast eccetto Claflin, è disponibile su Netflix dal 4 novembre 2022.
Forte del suo primo caso risolto, Enola (Millie Bobby Brown) decide di mettere a frutto le sue abilità aprendo un’agenzia investigativa. L’entusiasmo inizia a svanire di fronte alla poca considerazione che i clienti hanno di lei, sottovalutata perché donna e per la giovane età. Il fratello Sherlock (Henry Cavill), nonostante il suo sconforto per l’intricato caso a cui sta lavorando, continua invece a godere di un’enorme fama. Enola sta per chiudere i battenti, quando le si presenta il caso perfetto; una bambina in cerca della sorella maggiore, Sarah (Hannah Dodd), scomparsa misteriosamente.
L’andamento dei due casi porterà i fratelli Holmes ad intrecciare le loro strade, nonché ad unire le forze per fare luce sul mistero. Tra mille sorprese e colpi di scena, la ricerca porterà i due a doversi guardare dentro per “sciogliere i nodi” nelle loro vite. Saranno in grado di trovare le soluzioni di entrambe le questioni? O sarà una sola la risposta a tutto?
Il tema principale del film è indubbiamente quello dei femminismo; le indagini di Enola si intrecciano infatti con un evento storico fondamentale per questo movimento, ossia lo Sciopero delle Fiammiferaie del 1888 alla Bryant & May. La rappresentazione di una Londra vittoriana che si cura più del denaro che della vita delle persone induce lo spettatore ad un’interessante riflessione. Sarà uno dei personaggi più importanti a rendersi portavoce di tale evento storico, la cui reale crudezza è ammorbidita per il giovane pubblico. Il rischio è che ne consegua una visione superficiale di un avvenimento di tale entità; tuttavia, il messaggio che il film si propone scegliendo di rappresentarlo arriva bene agli spettatori.
L’introduzione del femminismo data dall’ambientazione storica consente di trattarne diverse sfaccettature. I personaggi femminili del racconto incarnano varie reazioni ai dogmi dell’epoca; insieme coesistono ribellione, anticonformismo, asservimento spontaneo o strategico. La giovane età di Enola e gli insegnamenti della madre Eudoria (Helena Bonham Carter) la spingono a tentare sempre di apportare un significativo cambiamento alla società. Se spesso la componente femminista è affrontata in modo efficace, in alcune occasioni stride con la trama e risulta eccessiva. Il messaggio arriva forte e chiaro senza la necessità di essere costantemente ribadito da molti punti di vista, direttamente e indirettamente. Il film perde dunque occasione di approfondire aspetti lasciati in superficie; due esempi sono il dramma di Sherlock e il rapporto tra la stessa Enola e Lord Tewkesbury.
Il cast di “Enola Holmes 2” si avvale di volti noti e versatili del cinema, come Millie Bobby Brown, Henry Cavill, Helena Bonham Carter e la new entry David Thewlis. Nonostante le valide performance, gli attori sono penalizzati dai personaggi che interpretano; spicca proprio l’esempio di Enola, molto teatrale ed enfatizzata nelle battute e nelle movenze al punto da eccedere nella caricatura. Non sembra dunque in grado di valorizzare le capacità recitative dell’attrice, dimostrate in più occasioni. Se al centro, però, vediamo un’Enola che cattura sempre l’attenzione, intorno a lei si muovono dei personaggi secondari poco significativi. Nonostante l’impatto del suo personaggio sulla protagonista, Helena Bonham Carter è poco incisiva e quasi del tutto assente. Lord Tewkesbury, interpretato da un poco convinto Louis Partridge, è penalizzato sia dalla recitazione che dalla scarsa rilevanza a lui assegnata.
Avrebbe avuto un effetto diverso sul pubblico una gestione migliore dei personaggi secondari, che qui sono marginali ed esistono soltanto in funzione della protagonista. Spesso risultano subordinati al punto che la loro cancellazione avrebbe un’influenza minima, se non nulla, sulla trama. Se lo squilibrio tra protagonista e personaggi è una scelta stilistica del film, non c’è dubbio che potesse essere condotto molto meglio.
Se nel primo film era rimasto principalmente nell’ombra, in “Enola Holmes 2” Sherlock diventa quasi un co-protagonista. Il rapporto tra lui e la sorella è indagato e approfondito, il che costituisce un valore aggiunto al primo film. Nonostante questo, il personaggio in sé lascia a desiderare ai più amanti del celebre investigatore. La scelta di “alleggerire” il personaggio potrebbe risultare una sua banalizzazione; oltre a questo, appare come un parziale sovvertimento delle sue caratteristiche più tradizionali. In questo caso, infatti, Sherlock non dimostra difficoltà ad interfacciarsi con il prossimo, è privo del suo tipico distacco emotivo e disinteresse verso gli altri. La scena post-credit, tuttavia, può lasciar presagire un legame più profondo con il personaggio letterario in un potenziale capitolo 3.
Non mancano comunque i riferimenti allo Sherlock di Arthur Conan Doyle, seppur piacevolmente abbozzati; ritornano la sua pipa, la sua abilità nel suonare il violino e il suo rapporto con Lestrade, di cui spesso contesta il lavoro. Il messaggio sull’indipendenza dell’uomo, necessaria ma non sempre fine a sé stessa, nel film si lega sorprendentemente bene con il personaggio. Sia lui che Enola apprendono l’importanza di chiedere aiuto, scoprendo la gioia di non essere soli.
“Enola Holmes 2” è un sequel che prosegue bene il primo capitolo, tornando su alcuni temi e affrontandone di nuovi. Il femminismo è la componente principale del film, trattata mediante un evento storico reale. Il messaggio è molto valido soprattutto per il target di età del film, tuttavia si perde nel tentativo di essere rimarcato in modo eccessivo. Le interpretazioni degli attori sono buone, nonostante la nota dolente di Louis Partridge; i personaggi, però, penalizzano il cast in ogni senso. Enola risulta troppo caricaturale, mentre i personaggi secondari non hanno quasi una caratterizzazione essendo subordinati a lei. Sherlock viene adattato allo stile del film rischiando di risultare banale e contradditorio rispetto a quello tradizionale.
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