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L’Unione Europea si è espressa favorevolmente sull’allentamento delle misure del settore automobilistico per contrastare l’emergenza climatica. La decisione ha l’obiettivo di aiutare le case automobilistiche, distribuendo l’obiettivo delle emissioni su un periodo più ampio. Molti climatologi hanno espresso la loro preoccupazione.
Si tratta di una modifica significativa delle norme sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni. Precedentemente, il regolamento (UE) 2019/631 prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 15% rispetto ai livelli del 2021 entro il 2029, calcolando la conformità su base annuale. Gli obiettivi erano stati decisi pensando che l’arrivo di auto elettriche sul mercato avrebbe permesso alle case automobilistiche di diminuire radicalmente il tasso d’inquinamento, ma i fatti sono diversi.
I costruttori hanno espresso il timore di non riuscire a rientrare nell’obiettivo in tempi così brevi, considerando il ritardo nella diffusione dei veicoli elettrici rispetto ai concorrenti cinesi e statunitensi. Questo comporterebbe ingenti multe.
Il Parlamento Europeo si è espresso a larghissima maggioranza favorevole all’introduzione di maggiore flessibilità: 458 voti favorevoli, 101 contrari e 14 astensioni. La modifica è stata introdotta per sostenere questo settore in un momento di rapidi cambiamenti tecnologici e crescente concorrenza. Ora i costruttori potranno calcolare la conformità a questo obiettivo come media annuale sul triennio 2025-2027, compensando eventuali superamenti dei limiti in un anno con prestazioni migliori negli anni successivi.
Gli altri obiettivi previsti dalla norma restano invariati: ridurre del 55% le emissioni per il 2030 e arrivare a emissioni zero per il 2035.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, considera la modifica una buona via di mezzo, in quanto permette di aiutare questo settore chiave pur mantenendo gli obiettivi climatici. Sicuramente è un passo significativo nel bilanciare le esigenze dell’industria automobilistica con gli obiettivi ambientali dell’Unione. Ma come questa flessibilità influenzerà il progresso verso una mobilità più sostenibile resta da vedere.
Alcune organizzazioni ambientaliste hanno espresso preoccupazione. L’allentamento delle regole potrebbe rallentare la transizione verso veicoli a zero emissioni e compromettere gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica.
L’emendamento è infatti da inquadrare in un atteggiamento più morbido nei confronti dell’emergenza climatica. L’Unione europea vuole adattare il Green Deal alle esigenze dell’economia per evitare di mettere a rischio il tessuto industriale europeo, che deve competere con Paesi che hanno regole ambientaliste molto meno ambiziose.
Stiamo vivendo anni cruciali a livello climatico, questo è innegabile. L’anno limite per gli obiettivi dell’agenda 2030 è sempre più vicino, mentre i cambiamenti auspicati non lo sono altrettanto. Considerando però che l’Unione sta finanziando ai fini della guerra mezzi come i carrarmati, che usano fra i 200 e i 300 litri di benzina per 100km (un’auto ne usa in media 5-7), sarebbe stato incoerente spremere al massimo i costruttori. Ovviamente sarà la maggioranza a fare la differenza, anche quando singolarmente inquina meno della minoranza, quindi non bisognerebbe ammorbidire l’atteggiamento nei confronti dell’emergenza climatica.
Fonte dati sui consumi: Wikipedia, DonneInAuto
Fonti: Tgcom24, IlSole24Ore, Gazzettamatin.
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