di Lorenzo Scorsoni
Dopo la sfida lanciata a Vladimir Putin per un incontro di arti marziali volto alla risoluzione del conflitto ucraino, Elon Musk torna a far parlare di sé. Stavolta, al centro del dibattito, vi sono alcuni sondaggi postati su Twitter che fanno presagire come il magnate di origine sudafricana abbia qualcosa in mente.
Elon Musk: la (poco) velata critica a Twitter
Lo scorso 25 marzo, Elon Musk ha pubblicato sulla sua pagina un primo sondaggio, domandando ai suoi milioni di follower se l’algoritmo di Twitter dovesse essere open source. Con questo termine, in informatica, si fa riferimento al codice sorgente del software, che se è “aperto” è svincolato dal copyright e ampiamente modificabile. In questo primo caso, gli utenti si sono espressi a favore. Un secondo sondaggio chiedeva se il sopracitato social fosse favorevole alla libertà d’espressione, ottenendo una schiacciante vittoria dei “No”.
Alla base di questa richiesta, vi è la solida e ferma convinzione di Musk, della necessità di una piattaforma libera, priva di propaganda, e dove chiunque abbia piena libertà di parola, “elemento fondamentale per il funzionamento della democrazia”, citando proprio il CEO di Tesla. Appare inoltre chiaro come questi sondaggi suonino critici nei confronti del social in blu, accusato di violare i principi base della “sana democrazia”, e diffondendo una propaganda troppo fuorviante.
Quali le reali intenzioni
Le polemiche a seguito di questi tweet non sono state poche. Alcuni paragonano la sua mossa a un’emulazione di Truth, social lanciato da Trump, altri, invece, sostengono la furbizia di Musk. Numerosi utenti hanno iniziato a discutere sulle reali intenzioni dell’imprenditore; alcuni pensano sia in buonafede, altri invece ritengono si tratti di una manovra per aggirare i limiti imposti alla sua pagina a causa dell’azione legale per frode avviata dalla SEC americana (Securities and Exchange Commission) nel 2018.
È di pochi giorni fa la notizia dei solleciti da parte della stessa SEC a un giudice federale per il rispetto degli accordi siglati 4 anni fa, che prevedono il monitoraggio dei contenuti social e le comunicazioni pubbliche dell’ideatore di SpaceX. Inoltre sono state mosse delle critiche al suo tentativo di depoliticizzare la piattaforma, vista la recente tutela della propaganda di Stato dei media russi sulla piattaforma Starlink, nuovamente oggetto di polemica a causa della poca reattività nel fornire questo servizio all’Ucraina, e l’alto rischio di tracciamento russo sottolineato da Elon Musk in persona, nonostante le precedenti sicurezze espresse anche in questo ambito.
Un social nuovo e democratico
Qualsiasi siano le reali intenzioni di Musk dietro le critiche a Twitter, non è finita qui. Agli utenti è saltata all’occhio la risposta dell’imprenditore ad un tweet, in cui gli viene chiesto se fosse realmente intenzionato a creare un suo social che aggirasse i limiti degli altri già esistenti: “Si, ci sto seriamente pensando”, ha affermato, facendo presagire che forse qualcosa bolle già in pentola. Che sia pronto a lanciare realmente una nuova piattaforma social, con la priorità di tutelare la libertà di espressione?
Di Scorsoni Lorenzo
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