Chi si aggiudicherà quest’anno l’ambitissima Casa Bianca? L’ex presidente Donald Trump o la ex vicepresidente Kamala Harris? Il giorno delle elezioni americane presidenziali 2024 è arrivato e oggi, 5 novembre 2024, si scoprirà chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti. Intanto vogliamo darvi una breve e semplice spiegazione su come funziona il sistema elettorale che porta all’elezione del presidente ogni 4 anni.
La democrazia americana, al contrario di quelle europee, è una democrazia indiretta o rappresentativa. Significa che non vale la regola del “vince chi prende più voti”, cioè del 50%+1 ma vale chi prende più elettori. Che cosa vuol dire prendere più elettori? Il sistema elettorale americano prevede che i cittadini di ogni Stato votino i cosiddetti grandi elettori, che fanno riferimento al partito repubblicano o al partito democratico. Ogni stato ha un certo numero di grandi elettori da eleggere (delegati che rappresentano lo stato), alcuni ne hanno di più, altri di meno. Quindi esistono stati che sono considerati più importanti di altri per appunto il peso politico differente che hanno. È tradizione che il giorno dell’elezione del presidente cada di martedì nel mese di novembre, questa usanza risale all’Ottocento, quando gli Stati Uniti erano un Paese prevalentemente agricolo e novembre i contadini americani potevano recarsi alle urne perché avevano meno lavoro da fare.
I grandi elettori sono 538 e il candidato presidente che riesce ad accaparrarsene di più, vince le elezioni complessive. Nelle elezioni di ogni stato vale invece il sistema maggioritario classico, chi vince si porta via il numero di grandi elettori per quello stato. Fanno eccezione il Nebraska e il Maine dove il meccanismo è misto maggioritario/proporzionale e il candidato che vince non guadagna tutti i grandi elettori. Il numero magico per vincere le elezioni americane e diventare finalmente presidente è 270, cioè il 50% dei grandi elettori+2.
Il sistema elettorale americano ha subito negli anni diverse critiche perché, come abbiamo visto, da più importanza ad alcuni stati rispetto ad altri. Il valore del voto non è uguale per tutti. È già successo nella storia delle elezioni americane che a trionfare è stato chi ha ottenuto meno voti dai cittadini ma è riuscito ad aggiudicarsi più grandi elettori. L’ultimo caso di questa anomalia risale all’elezione di Trump del 2016. Questo dimostra che non basta sempre ottenere il maggior numero di voti in assoluto per vincere.
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Articolo di Giuseppe Parodi
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