Elden Ring: storia e lore di Miquella

Miquella è forse uno tra i personaggi più misteriosi all’interno del mondo di Elden Ring. Noi siamo qui oggi per aiutarvi a fare un po’ di chiarezza sul suo ruolo e la sua storia all’interno del titolo. Ovviamente, per quanto si tratti di lore pregressa, è bene che sappiate che l’articolo potrebbe contenere spoiler. Qualora siate puristi che vogliono scoprire la storia giocando ed esplorando minuziosamente, siete stati avvisati!

Miquella

Miquella, figlio di Marika e Radagon (due emanazioni della medesima entità), nacque come la sua gemella Malenia con una maledizione sulla propria pelle. Se infatti Malenia era affetta dalla terribile marcescenza scarlatta, lui era stato colpita da un’eterna fanciullezza che gli impedì di invecchiare. I due fratelli erano però facce della stessa medaglia. Seppure le loro maledizioni erano l’una l’opposto dell’altra, anche i loro studi si diressero in ambiti totalmente diversi. Malenia si dedicò allo studio delle arti della spada, mentre Miquella preferì applicarsi alle arti magiche, in particolar modo ai fondamenti dell’Ordine Aureo.

Fin dalla tenera età dimostra un talento senza pari per gli incantesimi, tanto che non solo riesce a padroneggiarli, ma addirittura ne inventa di nuovi. Si devono a lui gli attacchi basati sugli anelli di luce, incantesimi che il giovane donò al padre Radagon. Quest’ultimo venne talmente colpito dall’abilità del figlio che si impegnò a fondo per studiare questi incantesimi fino a crearne una sua versione, che a sua volta regalò a Miquella.

La devozione alla sorella Malenia

A causa del suo titolo di Empireo (figlio di due divinità “pure”), Miquella fu scelto come candidato a succedere alla regina Marika. Tuttavia abbandonò l’Ordine Aureo quando scoprì che non era in grado di curare la maledizione della putrefazione di Malenia. L’empireo difatti era molto devoto alla sorella e dedicò anima e corpo alla ricerca di una cura per il suo male, setacciando tutte le conoscenze a disposizione dell’Ordine, creandone addirittura di nuove pur di aiutarla. Di conseguenza, al fallimento di ogni tentativo, Miquella decise di iniziare un nuovo percorso di studi che lo avrebbe portato in tutto l’Interregno alla ricerca di una possibile cura.

Il giovane era l’unico a poter attraversare le pericolose terre dell’Interregno senza alcun rischio, essendo dotato di uno dei poteri tra i più temibili. Infatti possedeva la capacità di ammaliare i nemici e trasformarli in fedeli alleati. Queste arti di fascinazione gli avrebbero consentito di estrapolare senza bisogno della forza ogni sorta di informazione per le sue personali ricerche. Inoltre, per agire liberamente senza ripercussioni sulla sua immagine, decise di camuffarsi e attraversare tutto l’interregno sotto il nome di Trina.

Santa Trina

Il giovane venne presto appellato come santo e seguito da schiere di fedeli che vedevano in lui il futuro Salvatore. Il percorso di Trina era un cammino dedito alla conoscenza, alla ricerca e all’ambizione, all’interno del quale nessuno era in grado di capire chi fosse realmente, né tantomeno se si trattasse di un maschio o di una femmina visti i tratti puri ed innocenti che aveva il suo volto. Tuttavia ogni fedele conosceva le sue famose abilità calmanti e lenitive, che erano diventate orami caratteristiche peculiari della sua figura. Infatti Trina era associato al potere del sonno e del sogno oltre alla capacità di manipolare la psiche, rendendo così i suoi seguaci ancora più devoti. Queste stesse abilità erano già state testate sul fratellastro Godwin in precedenza, nella speranza di alleviare la sua condizione di sofferenza dopo la morte dell’anima.

Ciò che toglie ogni singolo dubbio sulla sua duplice identità è la prova trovata all’interno del data mining che è stato fatto sui dialoghi di gioco e che recita: “Finalmente ti ho trovato Santa Trina… no... Lord Miquella”. Fu grazie a questo viaggio che venne a conoscenza dell’esistenza dell’oro puro e di come, con i giusti incantesimi, poteva divenire un oggetto in grado di contrastare il potere degli Dei esterni.

Queste entità erano di fatto l’obbiettivo di Miquella in quanto la marcescenza della sorella derivava proprio da una di queste. Nacque così l’ago d’oro puro, manufatto capace di donare sollievo a Malenia permettendole di bloccare il procedere della marcescenza. Tuttavia era soltanto una soluzione momentanea, non una cura definitiva, e per questo Miquella decise di dirigersi a Nord dove la ricerca e le sue ambizioni avrebbero trovato luogo. Il suo obbiettivo, ormai una vera e propria ossessione, era quella di fare recedere del tutto la maledizione di Malenia.

La maledizione

L’empireo poi desiderava sconfiggere anche la propria di maledizione, quel male invisibile che gli impediva di divenire adulto e compiere il proprio destino. Miquella decise perciò di crearsi da solo una nuova speranza, con un suo personale albero sacro. Così, insieme a Malenia che divenne la sua “spada” e ad una schiera di fedeli, diede vita ad un nuovo luogo in cui vivere. Oramai non serviva neanche ammaliare i suoi seguaci, lo avrebbero seguito ovunque ora che il suo carisma e la sua ambizione infiammavano ogni cuore.

Giunto nel luogo desiderato, Miquella piantò un seme dell’albero madre che alimentò nutrendolo col proprio sangue fino a quando non divenne un gigantesco albero sacro attorno al quale costruì una fiorente città. Tra i suoi fedeli si aggiunsero anche gli albinauri, guidati dal cavaliere kariano Loretta, che prestò giuramento come custode del luogo. Lì tutti, anche i reietti, gli indifesi e gli emarginati, trovavano una casa e un trattamento dignitoso.

Ormai consapevole che da adulto sarebbe divenuto il più potente tra tutti gli dei,  Miquella si fuse con l’albero sacro avvolgendosi in un bozzolo protettivo al fine di schiudersi in una versione adulta di sé stesso. Cadde così in un profondo sonno nel quale la sua mente ebbe libero accesso al potere dei sogni attraverso i quali avrebbe acquisito esperienza e forza da replicare poi una volta in veglia. In seguito a questo momento di vulnerabilità l’entrata dell’albero sacro diventò praticamente invalicabile.. ma non fu sufficiente.

La fine di Miquella

Malgrado gli sforzi dei seguaci, un semidio venne colto dal fascino irresistibile di MiquellaMohg Signore del Sangue, figlio di Radagon e Rennala e fratellastro di Miquella. Mogh approfittò dell’assenza di Malenia, impegnata a combattere il Flagello Celeste, Radhan, per estirpare il bozzolo dall’albero sacro al fine di portare Miquella nel suo dominio. Egli era riuscito a mettersi in contatto con una divinità esterna, la Madre Senza Forma,  ma non essendo un empireo puro non avrebbe potuto ambire alla vera comunione con l’entità.

Il ruolo di Mohg in questo caso sarebbe stato quello di consorte di Miquella instaurando così un nuovo ordine per tutti gli emarginati. Inoltre, a suo modo di vedere la cosa, lui stava semplicemente esaudendo il desiderio di Miquella ossia quello di ascendere a divinità come aveva fatto in passato Marika. Tuttavia, anche condividendo di continuo il proprio sangue con quello delle empireo, il semidio non riuscì a risvegliare Miquella che rimase in vita sospesa, disperso nel suo sonno.

 

Curiosità

Ecco infine alcune curiosità su Miquella all’interno di Elden Ring:

  • L’ago di Miquella può essere usato per eliminare le influenze di un dio esterno.
  • Uno dei contenuti tagliati mostra che la Grande Runa di Miquella è la Runa dell’Abbondanza, la quale permetterebbe di invocare all’interno della lama parte della forza di Miquella.
  • La Runa dell’Abbondanza di Miquella sembra essere l’opposto della Runa della putrefazione di Malenia.
  • Si dice che l’oggetto Il Giglio di Miquella sia intitolato a Miquella perché il fiore era da lui amato in gioventù.

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Ascanio M. de Lorenzo

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