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Elabdellaoui, una nuova vita dopo la cecità

di Federico Minelli

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Chiamatelo miracolo, se ci credete. Chiamatela scienza, se preferite. Ma la storia di Omar Elabdellaoui è qualcosa di straordinario, quasi un unicum che difficilmente si ripeterà. In un’intervista al “The Guardian”, il terzino norvegese del Galatasary ha raccontato la sua incredibile storia.

Quel maledetto Capodanno

Tutto parte all’incirca un anno fa, proprio nella notte di Capodanno a cavallo tra il 2020 e il 2021, quando un fuoco d’artificio gli esplose vicino la faccia. Metalli e polvere da sparo gli entrarono negli occhi, e lui perde la vista.

“Pensavo solo di avere qualcosa nell’occhio e di doverlo ripulire, ma poi ho sentito la mia faccia bruciare completamente e tutto era nero. Non avevo davvero il controllo nei primi giorni, tutto era buio -racconta Elabdellaoui-. Il tempo era irrilevante. Le voci diventano molto più forti quando senti tutto ma non puoi vedere. Più il tempo passava, più avevo paura. Non osavo dormire. Non appena ho avuto un po’ di luce dopo alcuni giorni nell’occhio sinistro, avevo paura di dormire come avevo paura del buio, quindi avevo paura di chiudere gli occhi”.

Elabdellaoui

Galatasaray (@Shutter Stock)

La ripresa di Elabdellaoui

Una cosa è stata fondamentale per il terzino del Galatasaray: “Gli allenamenti, nonostante vedessi solo da un occhio, mi hanno salvato, mi hanno tenuto in vita. Senza quello non sarei stato in grado di sopravvivere fino in fondo, è stata la mia vera via di fuga. Ho iniziato ad allenarmi presto e ho pensato che sarei tornato a giocare”.

E ora, dopo un anno di sofferenza e undici interventi di ricostruzione della cornea, è pronto a tornare in campo, seppur con degli occhiali protettivi: “È stato davvero speciale, non so come esprimerlo a parole. Puoi provare a immaginare ma non credo sia possibile per nessun altro che non sia stato nella mia posizione. Stavo togliendo il cerotto e avevo un po’ di vista. Stavo chiudendo l’occhio sinistro e potevo effettivamente vedere la mia mano sul lato destro. È stato un miracolo, come un sogno che si è avverato. Non pensi mai che vedere sia un sogno, lo dai per scontato”.

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di Federico Minelli

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