Farà certamente scalpore questa vicenda che giunge dall’Egitto. Un ragazzo di 21 anni ha ucciso a coltellate una compagna di università, rea ai suoi occhi di averlo respinto. Il tribunale incaricato, come previsto dalla legge del paese nordafricano, lo ha condannato a morte. A fare scalpore però è stata la modalità di esecuzione richiesta dal giudice.
L’omicidio è avvenuto il 20 giugno; il ragazzo ha raggiunto la vittima mentre scendeva da un autobus presso l’università di Mansoura. Entrambi frequentavano un corso in questo ateneo situato nel nord del paese. Il killer l’avrebbe prima presa ripetutamente a pugni sulla testa per poi pugnalarla diverse volte, uccidendola. Il giudice non ha avuto dubbi, chiedendo che l’esecuzione avvenga in diretta televisiva per dare un forte segnale dissuasorio al paese. Durante la lettura della sentenza, ha espresso la propria opinione: “Non va mostrata pietà nei confronti di chi non l’ha avuta nei confronti della propria vittima”. Senza considerare che, come riportato dal quotidiano egiziano Ahram, la ragazza aveva già in precedenza sporto denuncia nei confronti del giovane.
L’avvocato dell’assassino, ha già sostenuto di voler fare ricorso. Sfruttando i 60 giorni ancora a disposizione per impugnare la condanna a morte del giovane, crede di riuscire a far sì che il risultato sia più clemente con l’assassino. L’accusa, nel frattempo, ha altresì presentato diverse prove, come i filmati di videosorveglianza e la testimonianza oculare di diverse persone fra studenti e guardie dell’università. Ora aspettiamo di capire come evolverà la situazione e se la condanna a morte in diretta televisiva per impiccagione sarà realmente messa in atto.
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