Una clamorosa invenzione, ancora allo stadio embrionale e nelle prime fasi di sperimentazione, potrebbe rivoluzionare la medicina. La Science Corporation, un’azienda californiana specializzata in interfacce cervello-computer (un po’ come la Neuralink di Elon Musk) ha rivelato i test preliminari di un impianto, chiamato PRIMA, che potrebbe ridare la vista ai ciechi.
Con un intervento della durata di 80 minuti, un chip quadrato di 2 mm viene impiantato dietro la retina. Il chip, che lavora insieme a un paio di occhiali dotati di telecamere che proiettano ciò che vedono verso la retina, converte i segnali luminosi in impulsi elettrici che vengono poi inviati al cervello. In questo modo riproduce una “visione naturale”.
PRIMA, almeno in questa fase preliminare, non è ancora in grado di ridare la vista ai pazienti completamente ciechi. Tuttavia, permette a pazienti afflitti da perdita della visione centrale, soprattutto persone affette da atrofia geografica, una forma di degenerazione maculare legata all’età, di tornare a vedere delle forme e percepire dei movimenti. Tutto questo per ora in bianco e nero.
Secondo i primi risultati, alcuni pazienti della fase sperimentale riuscirebbero, ovviamente con dei limiti, addirittura a leggere o giocare a carte. La speranza è che con nuove ricerche, fondi e studi, si possa essere davvero di fronte a una svolta nella cura della cecità e di tutte le patologie più gravi che riguardano la vista.
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Articolo di Pietro Magnani
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