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Doomsday Clock: per gli scienziati la fine del mondo è imminente

di Redazione NCI

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Il Doomsday Clock è l’orologio virtuale che scandisce la vita sul nostro pianeta, dalla sua nascita fino all’ipotetico termine. Nell’ultimo aggiornamento del Bulletin of the Atomic Scientist, gli scienziati hanno dichiarato che mancano solo 100 secondi alla fatidica mezzanotte.

Le origini del Doomsday Clock

L’orologio che “segna” la data della fine del mondo è arrivato ieri al suo 75esimo anniversario. Il Doomsday Clock viene “aggiornato” dal Bulletin of the Atomic Scientist, in collaborazione con il Bulletin’s Board of Sponsors. Tra gli scienziati che fanno parte di questa comunità scientifica, vi sono anche 11 premi Nobel.

Insomma, il Doomsday Clock è la fonte più attendibile che abbiamo per renderci conto di quanto tempo l’umanità abbia ancora a disposizione sul nostro amato pianeta. Originariamente, il Bulletin nasce da alcuni ex scienziati che presero parte al cosiddetto “progetto Manhattan“, avviato per la realizzazione delle armi atomiche durante la seconda guerra mondiale.

Tra i fondatori di questa comunità, troviamo Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer, Eugene Rabinowitch e scienziati dell’Università di Chicago. Nel 1947, poi, il neonato Bulletin of the Atomic Scientist ha creato il Doomsday Clock, come monito per le nostre stesse azioni, che potrebbero portare al “giorno del giudizio”.

L’orologio, dunque, è nato per un senso di responsabilità della comunità scientifica, a seguito di invenzioni estremamente pericolose a cui soltanto noi possiamo dare un freno.

“Mancano solo 100 secondi alla mezzanotte”

Per gli scienziati e premi Nobel, il giorno del giudizio non è mai stato così vicino. Escludendo cause esterne come l’asteroide 7482, a motivare questo scenario apocalittico ci sono vari fattori più vicini a noi, a detta dei membri del Bulletin.

Tra i primi motivi ci sarebbero la recente e sempre più preoccupante corsa agli armamenti nucleari, ma anche le forti tensioni tra Russia e Stati Uniti circa la situazione in Ucraina. Oltre questo, abbiamo anche la risposta del mondo alla pandemia da Covid-19, che è risultata fino ad ora insufficiente, e che ha portato, purtroppo, a sempre nuovi decessi.

Infine, anche le incertezze sulle reazioni da parte degli stati al cambiamento climatico sono in forte crescita, e senz’altro creano non poca preoccupazione.

La decisione – affermano gli scienziati – non suggerisce in alcun modo che la situazione della sicurezza internazionale si sia stabilizzata. Al contrario, l’Orologio rimane il più vicino che mai all’apocalisse che pone fine alla civiltà perché il mondo è bloccato in un momento estremamente pericoloso”.

Tuttavia, per alcuni rimane un barlume di speranza: “Nessuno cambia il mondo da solo. Non saremo tutti d’accordo, ma dobbiamo lavorare insieme. E insieme ce la faremo“. Così Hank Green, divulgatore scientifico per il New York Times, conclude.

Per l’umanità non è ancora detta l’ultima parola, e se reagiamo subito, possiamo ancora portare indietro le lancette.

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di Gianmichele Trotta

 

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