Cinema & Serie TV

Doc – Nelle tue mani 2, la recensione: Cane blu

Si è conclusa ieri, 17 marzo, la seconda stagione di “Doc – Nelle tue mani” che vede protagonista Luca Argentero nei panni dell’amnesico Andrea Fanti. Il protagonista all’inizio della prima stagione ha subito una lesione prefrontale, a causa di un colpo di pistola alla testa, che gli ha causato la totale perdita di memoria relativa agli ultimi dodici anni di vita. Inizia una riscoperta di se stesso, della sua vita e della medicina. “Doc – Nelle tue mani” è ispirata alla storia del dottor Pierdante Piccioni ed è tratta dal suo libro “Meno dodici“.

Una storia molto vicina alla realtà

Sprovvisto dei ricordi degli ultimi dodici anni, Andrea “Doc” Fanti riscopre sé stesso e la medicina ricoprendo un ruolo diverso da quello di primario che ricopriva prima dell’amnesia. Ora combatte in prima linea ed è più umano, avendo perso una finestra così grande di ricordi anche il dolore è andato via e questo gli dà la possibilità di affrontare tutto in maniera diversa.

In questa seconda stagione viene affrontato sin dal primo episodio un virus che si rivela poi essere il Covid-19. L’ospedale, come il resto del mondo, si ritrova in pieno caos ma l’intera equipe del Policlinico Ambrosiano di Milano fa del suo meglio per uscire dall’emergenza a testa alta. Fra numerose perdite e scelte difficili da affrontare ne escono tutti a pezzi e ci vorrà l’intera stagione per rimetterli tutti insieme come un enorme puzzle. Parallelamente a questo Doc affronta, non senza difficoltà, la corsa per tornare Primario di Medicina Interna.

 

Si casca da soli ma ci si rialza insieme

Il tema affrontato nella seconda stagione di “Doc – Nelle tue mani” è un tema molto maturo, ci troviamo di fronte ad una stagione “scorretta”. Non è una classica Serie Tv italiana ma un vero e proprio prodotto di caratura internazionale, che non paura di prendere decisioni scomode, anche se vanno contro il volere del pubblico. I parallelismi con la realtà sono numerosi, a partire dallo scoppio della pandemia di Covid-19, o il disturbo post traumatico che lo stare in prima linea ha causato al Dottor Kidane (Alberto Boubakar Malanchino). Le perdite non mancano e queste sono scelte coraggiose che lo spettatore potrebbe non condividere, ma fanno bene ad una produzione per elevarsi dalla media.

Mediamente le interpretazioni sono molto buone. Fra attori ormai rodati come Luca Argentero (già famoso per altri film come “Fratelli Unici”), Giovanni Scifoni (nel ruolo di Enrico) e Marco Rossetti (Damiano) e attori giovani, ma di grande talento, come Pierpaolo Spollon (Riccardo) e Silvia Mazzieri (Alba) . Proprio i personaggi di questi ultimi hanno avuto molto più spazio fino alla fine della stagione, mostrando una crescita costante con un picco emozionale proprio sulla conclusione.

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Simone De Mattia

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