di Mattia Trincas
Tutti conosciamo Cristiano Ronaldo come uno dei migliori giocatori nella storia del calcio, ma soprattutto come uno dei migliori finalizzatori; per lui parlano le statistiche, le quali indicano 803 reti segnate in 1106 partite giocate tra club e Nazionale.
Però, dopo la parentesi proficua a metà in Serie A, dove con la Juventus ha giocato 135 partite, segnato 101 reti e vinto cinque trofei nazionali, il ritorno in Premier League è stato tutto fuorché glorioso come pensava. Difatti, le sue prestazioni nel massimo campionato inglese sono tutt’altro che il riflesso del giocatore a cui eravamo abituati.
L’ombra più scura di Cristiano Ronaldo
Dal suo ritorno al Manchester United, la stella portoghese ha subìto un drastico calo rispetto alle scorse stagioni. Dalla doppietta nel secondo debutto contro il Newcastle United, ad una striscia di quattro match di campionato senza segnare. Se ci sia aspettava di vederlo nuovamente fare faville in Premier League, adesso chi aveva scommesso (anche in senso figurato) su di lui, sarà costretto a ricredersi: 19 match giocati e soltanto 8 reti segnate. Non certo il bottino che ci si potrebbe immaginare di attribuire a Cristiano.
L’ultimo match in cui è riuscito a trovare la via della rete è stato contro il Burnley, lo scorso 30 dicembre; da lì, anche fronteggiando avversari di tutto rispetto come Wolverhampton e West Ham, ma anche club più piccoli come il Brentford, e ancora una volta il Burnley, non è riuscito a trovare il tanto cercato timbro.
C’è però un controsenso in tutto ciò: nonostante in campionato non sia riuscito a regalare lo spettacolo che ci si aspettava, in Champions League ha senz’altro stupito. Infatti, in 5 partite giocate, ha segnato ben 6 reti; in Europa, quindi, si conferma sempre il “padrone”. Da rimarcare anche il fatto che, senza le reti del portoghese, la squadra di Solskjaer prima e Rangnick poi, non si sarebbe qualificata alla fase a eliminazione diretta della competizione.
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