Una nuova alba è sorta su Kiev, e ha posto fine ad un’altra notte di assedio. Le ultime ore sono state ancora più preoccupanti delle precedenti per la capitale Ucraina; i difensori di Kiev riescono a reggere agli attacchi russi, ma le truppe sono ormai alle porte della città. Arriva dunque l’ennesimo appello di Zelensky: “Non mi serve un passaggio ma munizioni“.
L’allarme antiaereo che comunica ai cittadini di mettersi al riparo nei rifugi non smette di suonare. I bombardamenti russi con missili terra-aria si sono susseguiti per tutta la notte. Mosca ha comunicato di aver colpito ben 821 infrastrutture militari la notte scorsa; tra queste, ci sono piste di atterraggio militari, sistemi di difesa aerea missilistica e radar per rendere inerme la difesa ucraina. A comunicare il rapporto è proprio il Ministero della difesa russo.
Intanto, stando a quanto riporta Sky tg24, da Kiev comunicano che le forze armate ucraine stanno resistendo agli attacchi, e respingendo l’avanzata russa. “Stiamo fermando l’orda nel miglior modo possibile, la situazione a Kiev è sotto il controllo delle forze armate ucraine e dei nostri cittadini“. Questi ultimi sono stati armati già dalla giornata di ieri per l’eventualità di un confronto diretto. Intanto, dalla stampa internazionale, giungono foto di palazzi e altri edifici distrutti dai bombardamenti.
Tra le file ucraine che difendono la città c’è anche il presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky. Quest’ultimo ha comunicato proprio ieri di essere consapevole di essere nel mirino di Putin, che intende far cadere il suo Governo a tutti i costi. Nonostante tutto, Zelensky non abbandona la città. All’offerta USA di evacuare la città, secondo Associated Press, avrebbe risposto; “Non mi serve un passaggio ma munizioni“. In un altro intervento televisivo dichiara: “Non deponiamo le armi, continuiamo a difendere il nostro Paese“.
Senza dubbio, ogni suo intervento risulta efficace e pieno di speranza. I rivali dall’altra parte del fronte, però, non apprezzano molto i suoi discorsi. È emerso infatti un video del leader ceceno Ramzan Kadyrov, nel quale afferma: “Chiami il nostro Presidente, il comandante supremo Vladimir Putin e chieda scusa“.
“L’adesione della Finlandia alla Nato avrebbe gravi ripercussioni militari e politiche” è quanto affermato dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo tramite un annuncio alla stampa; ciò ha portato la preoccupazione di questi Stati a salire. I due Paesi nordici, Finlandia e Svezia, non fanno ancora parte dell’alleanza atlantica ma, nell’ultima riunione d’emergenza per discutere della crisi ucraina, sono stati invitati a sedersi al tavolo dal segretario della Nato.
Con solo queste premesse, la Russia inizia già a marcare il territorio con i Paesi confinanti. I due Paesi nordici però, a differenza dell’Ucraina, fanno già parte dell’Unione Europea, che in caso di attacco interverrebbe subito. Da parte di Helsinki c’è tranquillità però, e comunica di non aver intenzione, per ora, di entrare a far parte dell’alleanza atlantica, nonostante gli ultimi scenari possano suggerire il contrario.
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di Gianmichele Trotta
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