di davide gerace

Nel mondo delle criptovalute una semplice svista può costare carissimo. E lo sa bene uno sviluppatore della community Juno, che ha commesso un errore di battitura, mandando in fumo circa 36 milioni di dollari…

3 milioni di criptovalute ormai irraggiungibili

Come riporta Cnet, la community di Juno, aveva deciso tramite voto di sequestrare 3 milioni di token a un investitore che se n’era appropriato indebitamente. Le criptovalute sequestrate avevano il valore di 36 milioni di euro e dovevano essere inviate a un fondo controllato dalla stessa Juno.

Qui entra in scena il malcapitato sviluppatore, protagonista della vicenda. L’uomo ha inavvertitamente copiato e incollato una stringa sbagliata nel campo dell’indirizzo di destinazione della somma. I 3 milioni di token sono quindi stati spediti a un indirizzo inaccessibile, dal quale non è possibile riaverli indietro.

Juno e i precedenti

Juno è una blockchain, una società di servizi finanziari di criptovalute. L’azienda è la diretta concorrente di Ethereum, un colosso del settore. Juno, a differenza della concorrenza, offre un sistema più economico e in grado di inquinare di meno.

Rispetto a Bitcoin ed Ethereum, che si basano sulla Proof-of-Work, Juno si basa Proof-of-Stake. Quest’ultima, per validare le transazioni, richiede le approvazioni degli holder, mentre la prima richiede la risoluzione di un problema crittografico. Il punto forte della community Juno è la decentralizzazione del sistema, che ne garantisce l’affidabilità. Ma, come in questo e altri clamorosi casi, è molto difficile rimediare ad un errore umano.

Negli anni infatti, sono diversi gli errori che hanno fatto perdere migliaia di dollari. A dicembre, per esempio, un NFT Bored Ape Yacht Club era stato venduto per 0,75 Ehther invece di 75, 3000 dollari invece di 300.000. Nonostante l’enorme affidabilità raggiunta dalle diverse aziende, ancora oggi, non si riesce ad eliminare l’errore umano.

Criptovalute (@Shutterstock)

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