di Redazione NCI
SIDNEY– Il laboratorio di patologia St Vincent aveva comunicato a 1400 persone di essere risultate negative al test anti Covid. Salvo poi scoprire, neanche troppo repentinamente, che la maggioranza di essi erano invece “positivi” e che un’altra buona fetta dell’insieme aveva ottenuto un esito “indeterminato”.
In data 26 dicembre lo studio ha confermato impropriamente l’assenza del virus nel corpo di più di 400 soggetti. A queste si sono aggiunti altri 995 individui, ai quali, il giorno dopo, è stata comunicata la stessa realtà diagnostica, nonostante il loro risultato non fosse stato ancora determinato.
Le scuse del laboratorio
“Ancora una volta, siamo sinceramente dispiaciuti per questo errore e riconosciamo l’impatto significativo che ha avuto sulle persone coinvolte. Abbiamo messo in atto procedure per garantire che questo errore non possa ripetersi di nuovo.” Sono queste le parole usate dal portavoce dell’istituto d’analisi per motivare, senza giustificare, la grande colpa di cui la propria realtà si è fatta protagonista. Secondo lo stesso, la ragguardevole inosservanza sarebbe da imputare a un “errore umano”, evitabile si, ma non impossibile da verificarsi.
La situazione dell’Australia
Il paese oceanico ha intanto registrato un record di oltre 10mila casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. Nell’isola ai confini del mondo sono stati identificati, per la prima volta dall’inizio della pandemia, più di 10 mila positivi. Hanno contribuito al nuovo record l’elevato numero di contagi negli Stati di Nuovo Galles del Sud (6.324), Victoria (1.999) e Australia del Sud (842). Finora il continente era rimasto coinvolto molto marginalmente nella pandemia grazie alla sua posizione geograficamente isolata.
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di Gabriele Nostro
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