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Censura nei film, svolta negli Emirati Arabi Uniti

di Redazione NCI

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I film hanno sempre risentito, in un modo o nell’altro, delle leggi ed usanze dei vari paesi in cui arrivavano. Spesso queste leggi sfociano, ancora oggi, nel fenomeno della censura, che in alcuni paesi è talmente rigida da vietare interi film. Di recente gli Emirati Arabi Uniti, molto soggetti alla censura, hanno fatto un passo avanti accettando la trasmissione di scene prima vietate, ma con alcune condizioni. Vediamo insieme quali.

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Le cause della censura

La principale causa di censura era l’omosessualità, che in tutti i Paesi del Golfo è ancora oggi illegale. Questo ha causato l’eliminazione di molti film in cui venivano anche solo accennati contenuti LGBTQ+. Uno degli esempi più recenti e lampanti è “Eternals“, che presentava Phastos, primo supereroe dichiaratamente gay del MCU. A causa di questo Arabia Saudita, Kuwait e Qatar hanno bandito il film e chiesto ufficialmente alla Disney alcuni tagli alla storia dell’eroe, come una scena con un bacio al marito. La casa di produzione ha rifiutato ogni tipo di richiesta a sfondo omofobo. Un film recentemente bandito è stato “West Side Story“, remake di Steven Spielberg dell’omonimo musical, per la presenza di un personaggio presunto transgender. Anche l’ultimo film di Star Wars, “L’ascesa di Skywalker“, ha subito la censura di una scena con un bacio gay. 

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La svolta cinematografica

La svolta è arrivata di recente con la revoca della censura cinematografica. I film con contenuti espliciti o violenti saranno trasmessi senza censure, nella loro “versione internazionale” originale. Per bilanciare l’enorme cambiamento, è stata creata una nuova categoria di film vietati ai minori. I minori di 21 anni, infatti, non potranno assistere alla proiezione cinematografica di questi film. Le autorità affermano che i cinema dovranno aderire rigorosamente alla nuova classificazione per età. Finora il limite di età era fissato ai 18 anni, ma pochi film appartenevano a questa categoria. Con l’introduzione di determinati contenuti in questi paesi si può sperare in una loro maggiore apertura su questi temi e, in futuro, anche verso maggiori diritti per le persone LGBTQ+.

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di Alice Casati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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