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Corea del Sud: il governo pagherà i giovani in solitudine per reintegrarsi nella società

di Francesco Ferri

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La solitudine è un nemico molto presente nella nostra società attuale. Nonostante i tanti mezzi di comunicazione sono moltissimi i giovani in tutto il globo che preferiscono isolarsi piuttosto che interfacciarsi con il mondo. Questa problematica è particolarmente sentita in Corea del Sud dove, come riportato dall’Huffingtonpost, il governo pagherà i giovani in isolamento per reintegrarsi finalmente nella società…

L’iniziativa contro la solitudine

In Corea del Sud sono circa il 3,1% gli abitanti compresi tra i 19 e i 39 anni definiti “giovani solitari“, elementi che vivono al di fuori della nostra società. Persone che vivono in uno “spazio limitato, in uno stato di disconnessione dalla società per più di un certo periodo di tempo, e hanno notevoli difficoltà a vivere una vita normale“. Questo è quanto riportato dal Korea Institue for Health and Social Affairs, citato in un rapporto del Ministero dell’uguaglianza di genere e della famiglia, lo stesso che ha annunciato una nuova iniziativa per combattere questo triste fenomeno. Il Ministero ha annunciato che fornirà fino a 650.000 won coreani (circa 500 dollari) al mese ai giovani in isolamento, così da sostenere la loro “stabilità psicologica ed emotiva e una crescita sana“.

Come funzionerà

Quest’indennità mensile sarà resa disponibile per tutti i giovani solitari di età compresa fra i 9 e i 24 anni che vivono con una famiglia il cui reddito sia inferiore al reddito nazionale medio, pari a circa 5,4 milioni di won (ossia circa 4165 dollari) al mese per una famiglia da quattro componenti. I giovani potranno fare domanda presso un centro di assistenza sociale locale, così come i tutori, i consulenti o gli insegnanti possono farlo per loro conto.

Le motivazioni

Nel Paese ci sarebbero circa 338 mila persone che scelgono di isolarsi dalla società. Il 40% di questi inizierebbe l’isolamento in adolescenza, sempre secondo il Ministero. Le motivazioni alla base di questa scelta sarebbero molteplici: dalle difficoltà finanziarie alle malattie mentali, dai problemi famigliari a quelli di salute. Qualunque siano le motivazioni, la scelta del governo si unisce al più ampio progetto del Youth Welfare Support Act, atto a sostenere tutte quelle persone ai margini della società, come i giovani senza tutore o protezione scolastica, particolarmente a rischio delinquenza. “I giovani solitari possono avere una crescita fisica più lenta a causa di uno stile di vita irregolare e un’alimentazione squilibrata, e rischiano di affrontare difficoltà mentali come la depressione a causa della perdita dei ruoli sociali e del ritardo nell’adattamento“. Il Ministero, con queste parole, ha sottolineato quanto sia importante il “supporto attivo“.

L’importanza del supporto

Nel rapporto del Ministero con cui è stata annunciata l’iniziativa, infatti, sono stati evidenziati diversi casi studio, tra cui quello di una giovane studentessa che aveva sofferto di problemi di salute mentale e forti difficoltà a socializzare fin dall’adolescenza. Dopo un tentativo di esperienza al college, ha infine scelto di non frequentare ritirandosi sempre più nella sua solitudine. Un’altra studentessa ha invece dovuto affrontare la violenza domestica e i maltrattamenti in casa, cosa che le rendeva difficile uscire fuori o stabilire relazioni con persone non della famiglia. Il Ministero ha inoltre sostenuto che ci saranno ulteriori azioni in futuro: la distribuzione di linee guida ai governi locali, il potenziamento delle reti di sicurezza sociale per i giovani e dei sistemi di diagnosi precoce, oltre che la collaborazione più stretta con le strutture di assistenza ai giovani.

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