Attualità

Compresse di iodio anti-radiazioni, a ruba in Belgio

La conquista, da parte dei russi, della centrale nucleare di Zaporizhzhia ha riportato in auge le compresse di iodio anti-radiazioni. In alcuni Paesi europei le pillole sono andate completamente a ruba, e la domanda continua a crescere. Solo in Belgio, lunedì 28 febbraio le consegne di compresse allo iodio ha toccato quota 30.000 confezioni in un solo giorno.

Come funzionano le compresse

Le domande che si pongono tutti sono diverse, le pillole sono efficaci contro le radiazioni? Quando vanno assunte? Hanno controindicazioni?.

A darci una mano ci ha pensato l’Iss, l’Istituto superiore della sanità. Sul loro portale spiegano che “Durante un incidente nucleare, lo iodio radioattivo può essere rilasciato contaminando l’ambiente, con conseguente esposizione esterna. L’inalazione di aria, l’ingestione di cibo e acqua potabile contaminati possono portare all’esposizione interna alle radiazioni e all’assorbimento di iodio radioattivo principalmente da parte della tiroide. Tuttavia, la ghiandola tiroidea, che utilizza lo iodio per produrre ormoni tiroidei, non distingue tra iodio radioattivo e iodio stabile. L’assunzione di pillole allo iodio non radioattivo (stabile), prima o all’inizio dell’esposizione allo iodio radioattivo, può impedire l’accumulo di quest’ultimo nella tiroide. La compressa infatti riduce l’esposizione interna della tiroide”. Quindi per concludere, secondo l’Iss, la somministrazione orale di iodio stabile(la compressa), va bene per chi è rimasto esposto allo iodio radioattivo.

Effetti collaterali

In un’intervista a Repubblica, il presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide, Marcello Bagnasco ha spiegato: “Le compresse se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali. Per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni”. Chi soffre di ipotiroidismo, potrebbe avere conseguenze più gravi. Bisogna evitare quindi l’uso incontrollato delle compresse.

In Italia lo iodio in caso di disastro nucleare non si trova nelle farmacie. Servono infatti alti dosaggi di iodio, deve essere preparato e subito dopo fornito alla popolazione. La distribuzione della cosiddetta iodoprofilassi viene assicurata dal Servizio Sanitario Regionale.

L’Agenzia federale belga per il controllo nucleare ha rassicurato la popolazione, in preda ad un consumo esagerato di compresse allo iodio. Secondo l’Agenzia: “L’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio. Le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive”. In caso di radiazioni, i minori di 18 anni sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori. Lo stesso vale per le donne in gravidanza o che allattano. Gli adulti che vanno dai 18 ai 40 anni hanno meno probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide. Per gli over 40 il rischio diminuisce ancora di più e l’uso della compressa è sconsigliato. L’Agenzia ricorda infatti che lo ioduro di potassio aumenta il rischio di disfunzioni della tiroide. Non bisogna quindi farsi prendere dal panico e dalla paura di un possibile disastro nucleare.

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di Davide Gerace

 

davide gerace

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