fbpx Ci lascia Bill Russell, leggenda dello sport: era il giocatore NBA più vincente di sempre
Attualità

Ci lascia Bill Russell, leggenda dello sport: era il giocatore NBA più vincente di sempre

di Francesco Greco

Condividi con chi vuoi

Oggi, il mondo dello sport piange una delle sue stelle, stavolta una leggenda del basket, Bill Russel, morto oggi alla veneranda età di 88 anni. Difensore, rimbalzista centro e stoppatore senza eguali, è stato il giocatore più vincente nella storia dell’NBA. È riuscito a guidare, tra il 1956 e il 1969, i Boston Celtics all’impressionante numero di 11 titoli, di cui 8 consecutivi. Il commissioner della NBA, Adam Silver, ha definito Russell “il più grande campione di tutti gli sport di squadra”. Un capitano dalle capacità straordinarie, e che il mondo dello sport non dimenticherà tanto facilmente. Ripercorriamo insieme i grandi passi dello sportivo più vincente della storia.

Una stella non può che brillare

Nato e Cresciuto ad Oakland, Bill Russell brilla sin da subito; sia alle superiori, alla McClymonds Highschool, che all’università di San Francisco, Bill porta a casa risultati stupendi. Proprio con l’università, vince il campionato NCAA, portando la sua squadra alla coppa dopo un’incredibile sequela di vittorie, 55 per l’esattezza, e collezionando in media 20.7 punti e 20.3 rimbalzi a partita. Queste sue incredibili prestazioni non solo valsero la sua nomina a capitano della nazionale statunitense alle olimpiadi del ’56, conquistando persino l’oro, ma l’NCAA si trovò costretta ad allargare l’area dei tre secondi, area sotto il canestro dove non è possibile rimanere per suddetto tempo, per tenere il più possibile Russel lontano dal canestro. Questa modifica non fermò il dominio difensivo che aveva Bill sul campo da gioco.

Russell si definisce eleggibile per il Draft NBA del ’56, attirando le attenzioni dell’allora allenatore dei Boston Celtics: Red Auerbach. Secondo le regole del Draft, le squadre avrebbero avuto dei turni per poter convocare, e i Celtics non sarebbero stati tra i primi a poter fare le proprie chiamate. Tuttavia, Red aveva intuito che i Royals, i primi a poter scegliere, non avrebbero convocato Russell, avendo messo gli occhi sul talentusoso Maurice Stokes. Auberbach si mise perciò d’accordo con i Falchi di St.Louis, che disponevano della seconda chiamata, affinché prendessero e scambiassero Bill Russell con Hagan e Macauley.

La carriera in NBA

Bill si ritrovò in squadra con compagni particolarmente promettenti: Bob Cousey e Tom Heinsohn, infatti, avrebbero poi fatto parte della Hall of Fame, ma senza sminuire i talentuosi Sharman e K.C. Jones, quest’ultimo già compagno di squadra al collage di Russell. La chimica tra questi giocatori non manca di stupire il mondo del basket, portando la futura leggenda del basket al suo primo anello, vincendo proprio contro i St. Louis Hawks. Saltando l’anno successivo, dove i Celtics persero la finale, “di ritorno” contro gli Hawks, complice un infortunio alla caviglia del centro Russell.

Questo però non ferma di certo Bill, che dal 1959 al 1966, letteralmente traina la sua squadra, ancora guidata da Red Auberbach, alla conquista di 8 titoli consecutivi, un record che ancora oggi permane all’interno dell’NBA e nello sport nordamericano. Al termine della stagione del ’66, Auberbach cede il suo ruolo da allenatore a Russell, che, lo stesso anno, porta i Boston Celtics fino alla finale di conference, da allenatore-giocatore: la storia lo ricorderà come il primo allenatore afroamericano della storia dell’NBA. In finale, quell’anno, vennero battuti dai Philadelphia 78ers, e per la prima volta in 8 anni, i Celtics non vinsero l’anello, e dopo 10 anni, non giocarono nel NBA Finals.

Nei due anni successivi, Russell, in qualità di allenatore, condusse la sua squadra ad altri due titoli, dopodiché allenò prima ai Seattle Supersonics e poi ai Sacramento Kings, prima di ritirarsi definitivamente sia dal ruolo di giocatore che di allenatore nel ’69.

Resoconto finale della carriera di Bill Russell

Russell giocò 13 stagioni in NBA, riuscendo a far suoi 11 anelli in 13 anni di carriera, due di cui in qualità di allenatore-giocatore. Avendo vinto il titolo NCAA all’ultimo anno di college e l’anello in NBA il suo primo anno, Bill è uno dei quattro giocatori a poter vantare di aver vinto il back-to-back dei due campionati. Le sue vittorie si espandono anche in quelle del titolo di miglior rimbalzista, ottenuto quattro volte, e l’NBA Most Valuable Player Award, ottenuto ben 5 volte. Oltre ai suoi titoli, è stato il primo giocatore a mantenere una media di ben 20 rimbalzi a partita, per 10 anni su 13 di carriera, tutt’ora ha il record di quelli catturati a metà partita, ovvero 32, ed è il leader di ogni tempo nei playoff.

I riconoscimenti dati successivamente sono molteplici. In primis venne eletto Sportivo dell’anno nel ’68 da Sport Illustrated e miglior giocatore di sempre dalla Professional Basketball Writers Association of America; a partire dal 2009, il trofeo per il miglior giocatore delle finali NBA è stato poi denominato Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award, ed infine, ha ricevuto anche la medaglia presidenziale della libertà dal presidente Barack Obama

Il Bill Russell fuori campo

Russell si rese molto partecipe nelle lotte del Movimento Americano per i Diritti Civili. Uno degli avvenimenti più conosciuti è il suo rifiuto di giocare una partita quando a lui ed un suo compagno di colore fu proibito mangiare in un ristorante. Oltre ad essere attivista per il movimento Black Power, Bill si rese protagonista di qualche episodio di Miami Vice, oltre che commentatore per la televisione dopo il suo ritiro.

Insomma, ci lascia una leggenda non solo della pallacanestro, ma del mondo dello sport nella sua forma più pura. Noi ci auguriamo fermamente che arrivi, prima o poi, qualcuno che possa arrivare al suo livello a farci rivivere queste emozioni.

Per essere sempre aggiornati sulle news provenienti da tutto il mondo, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Informa.

Articoli correlati:

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi