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Champions League, City e PSG: analisi di un fallimento costato quasi 4 miliardi

di Mattia Trincas

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Una squadra che non si trova, specie in Champions

Di certo, non è semplice mettere insieme tanti campioni. Soprattutto se in squadra, ce ne sono già diversi. Potremmo dire che, senza alcun dubbio, la decisione di schierare un tridente fatto da Neymar, Mbappe e Messi, può aver sì giovato ai giocatori di FIFA, ma nella realtà, non ha prodotto i risultati sperati.

Difatti, si tratta di un attacco estremamente offensivo, fatto di tre giocatori che, quando necessario, non rientrano a supportare la difesa. Ed è probabilmente proprio per questo motivo, che il PSG risulta essere una squadra estremamente sbilanciata. Se là davanti c’è, in teoria, la certezza del gol, è la certezza del non subirne che vacilla. Infatti, ad ora, hanno subito ben 46 reti in tutte le competizioni; di certo non è un numero da cui si può dedurre una difesa impeccabile.

E lo abbiamo visto anche e soprattutto nel corso del match contro il Real Madrid, che la difesa del PSG, una volta che va nel pallone, si perde. Marquinhos, infatti, è stato uno di quelli che hanno maggiormente contribuito alla disastrosa sconfitta di Madrid. Ovviamente, a questo fattore va a sommarsi il fatto che i portieri, principalmente Donnarumma, non forniscono grandi garanzie. Anche se c’è da dire che, alla fin fine, il portiere non può giocare da solo, e ha bisogno di un reparto solido davanti.

Il centrocampo invece, non ha un filtro efficiente come dovrebbe, nonostante l’esperienza di Marco Verratti. Infatti, alla fine della fiera, i compagni di reparto dell’azzurro, sembrano non essere gli uomini giusti per gestire il gioco del PSG.

Un gioco senza idee

Chiaramente, dal momento in cui il Paris ha raggiunto la finale di Champions League nel 2020, poi persa contro il Bayern Monaco, ci si aspettava un’ascesa al “potere”, bene o male, rapida. Di certo però, il cambio di allenatore non ha totalmente giovato al club, dato che proprio il tecnico che Pochettino andava a sostituire, ha vinto la coppa dalle grandi orecchie lo stesso anno, ma con il Chelsea.

Al di là dei risultati di Thomas Tuchel lontano da Parigi, però, il gioco di Pochettino non ha mai realmente convinto. Questo perché risulta troppo macchinoso e senza un reale ideale di fondo. E certamente, considerata la rosa a disposizione, è un vero e proprio peccato. Tra Messi che passeggia in campo e Neymar che, si vede chiaramente, non è più quello di una volta, Mbappe è costretto a fare il doppio lavoro. Anche se non sempre è ben felice di farlo, ed è proprio in questi momenti che il PSG incontra delle difficoltà quasi insormontabili.

Un fallimento costato 1,4 miliardi di euro

Dal 2011, anno in cui Nasser Al Khelaifi ha rilevato il club parigino, sono stati investiti 1,405 miliardi di euro per il calciomercato e per rifondazioni varie della rosa. E in ormai dieci anni, il massimo a cui il club è riuscito ad ambire, è vincere in patria. Certamente non si tratta di un traguardo da denigrare, anche se tutti quanti conosciamo il livello di competitività del campionato francese; possiamo quindi dire che, se il PSG non vince in Francia, la stagione è senz’altro un fallimento totale.

E nonostante le grandi promesse che la nuova rosa, allenatore e dirigenza avevano avanzato, tifosi e squadra si sono dovuti accontentare del solo campionato francese, dopo essere stati eliminati dalla Coppa di Francia e aver perso la Supercoppa Nazionale a inizio stagione. Insomma, senza alcun dubbio, si tratta di un’annata da dimenticare al Parco dei Principi, soprattutto per la dimensione del fallimento rispetto alle aspettative iniziali.

 

Champions

Paris Saint-Germain (@Shutterstock)

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