Sono tanti, sono affamati e non smettono di moltiplicarsi. Fanno parte della macro categoria dei complottisti e sono i più fedeli amici dell’irrazionalità: terrapiattisti, no vax, no 5g, no sbarco sulla luna, no qualsiasi cosa si possa toccare o immaginare. Secondo l’ultimo rapporto del Censis, nella nostra penisola sarebbero sempre di più gli anticonformisti e antitradizionalisti, gli anti-scienza, anti-oggettività e anti-realtà.
Per il 10,9% della popolazione italiana il vaccino è inutile. Il 10% dichiara di credere che l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna. Un nutrito 19,9% afferma di saper per certo che il 5G è uno strumento per controllare le menti. Un non troppo esiguo 5,9% è convinto che il Covid non esista e addirittura il 5,8% degli italiani pensa che la terra sia piatta!
Il virus dell’ignoranza, questo si davvero preoccupante, è entrato nelle loro menti e si sta propagando sempre più, eludendo le barriere dell’assennatezza, presentandosi sotto forme mai uguali. Proclamano a gran voce l’ereticità dei dettami imposti dallo stato e dalle sue organizzazioni. Un tempo venivano definiti dissidenti, dissenzienti o ribelli, ma ora sono troppi e troppo diversi per essere riconosciuti solo con un nome.
Se glielo chiedi ti dicono che no, la congiura non è il loro pane, e il loro ragionamenti hanno senso, perché sì e perché ci vogliono far stare tutti zitti. Ma perché lo fanno? Perché si ostinano a ricercare l’intrigo anche dove non vi è?
Pascal Wagner-Egger, professore in psicologia sociale e statistica all’Università di Friburgo, ha cercato di dar sazio ai nostri dubbi, scovando delle risposte più che convincenti. Prima di tutto, è opportuno notare che, nonostante sia un fenomeno oggi particolarmente discusso e appariscente, il complottismo è molto antico. È nato “senza dubbio quando le società si sono sedentarizzate e la lotta per il potere è cominciata” ci fa sapere il docente.
L’esperto afferma che ci sarebbero tre fondamentali fattori che sono all’origine delle insensate convinzioni dei complottisti. Il primo sarebbe di tema sociopolitico: “Chi è ostile alle istituzioni e al sistema in cui viviamo, come ad esempio gli estremisti politici, tende a giustificarsi con teorie complottiste”. Un secondo ingrediente che nutre le illogiche certezze sarebbe di tipo psicologico: “È nella nostra natura ragionare in modo naif e non scientifico, specialmente in situazioni ansiogene come nel caso di un attentato terroristico, o di una pandemia”.
Ma il più grande e influente elemento alimentatore delle stravaganti trame cospirazionali sarebbe rappresentato da internet: “Luogo dove non solo queste teorie possono propagarsi a velocità vertiginose, ma in cui nulla viene dimenticato. Cercando informazioni su una teoria complottista si incappa facilmente in altre simili diffuse in passato, che vengono così ripescate e ritornano in auge. Senza il web, sarebbero state dimenticate”.
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di Gabriele Nostro
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