Ricercatrice (@Shutterstock)
Progressi da gigante per la lotta al cancro al colon, o colorettale. Un nuovo farmaco in fase sperimentale avrebbe infatti lasciato letteralmente senza parole i medici, con uno sbalorditivo tasso di successo del 100%.
La notizia arriva direttamente da New York, dal Al Memorial Sloan–Kettering Cancer Center. Come riporta il New England Journal of Medicine, dodici pazienti dall’età età media di 54 anni, il 62% donne, sono guariti dal cancro al colon senza la necessità della chirurgia, della chemio o radioterapia. Un risultato incredibile raggiunto dai medici grazie al trattamento “dostarlimab”, un anticorpo monoclonale presentato nel corso del congresso mondiale organizzato dall’Asco, la Società Americana di Oncologia Clinica.
Lo studio riporta: “Un totale di 12 pazienti ha completato il trattamento con dostarlimab e tutti sono stati sottoposti ad almeno 6 mesi di follow-up. I 12 pazienti hanno manifestato una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore alla risonanza magnetica; alla tomografia; a emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio; alla valutazione endoscopica; all’esame rettale; alla biopsia. Nessun paziente era stato sottoposto a chemioradioterapia o sottoposto a intervento chirurgico. Durante il follow-up non sono stati segnalati casi di progressione o recidiva (con un intervallo da 6 a 25 mesi). Nessun segnale di eventi avversi di grado 3 o superiore”.
Ricercatori (@Shutterstock)
A tutti i pazienti coinvolti nello studio, i ricercatori hanno somministrato l’anticorpo monoclonale anti-PD-1, il dostarlimab, ogni 3 settimane per circa 6 mesi. Dopo la fine del trattamento i pazienti dovevano sottoporsi a un ciclo di chemioradioterapia standard o un intervento di chirurgia.
Tutti e 12 i pazienti però erano completamente guariti. Andrea Cercek, prima firma dello studio ha confermato il successo dello studio: “Poiché il cancro colorettale metastatico con deficit di riparazione dei mismatch (MMR) risponde all’inibitore del Pd-1, abbiamo ipotizzato che anche quello localmente avanzato potesse essere sensibile a questo tipo di terapia fino al punto da consentire di evitare del tutto la chemioradioterapia e la chirurgia”. Rappresenta una possibile svolta nell’eterna lotta contro il cancro.
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