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Calcio, altro terribile lutto: si è spento a 58 anni Gianluca Vialli

di Alessandro Colepio

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Un’altra brutta notizia per tutti gli amanti del calcio a pochi giorni dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic. Anche Gianluca Vialli, come riportato anche da La Gazzetta dello Sport, storico centravanti di Sampdoria e Juventus nonché capo delegazione di Roberto Mancini in Nazionale, ci ha lasciati a causa di un brutto male che stava combattendo da 5 anni.

Un tumore al pancreas che lo aveva fortemente colpito, poi era sembrato scomparire ma solo per ritornare più aggressivo che mai. Vialli nei scorsi giorni era stato ricoverato in una clinica di Londra e aveva temporaneamente lasciato il suo ruolo nello staff del CT Mancini per concentrarsi totalmente sulla battaglia col cancro.

Gianluca Vialli si è spento a 58 anni dopo una lunga battaglia con la malattia, che lui aveva chiamato “un compagno di viaggio indesiderato con cui devo convivere”. Noi di NCC vogliamo ricordarlo ripercorrendo assieme i momenti più importanti della sua carriera.

Gli inizi e i successi

Gianluca Vialli nasce a Cremona il 9 luglio 1964. Cresce fin da piccolo col pallone fra i piedi e gli osservatori della Cremonese riescono ad accaparrarselo prima di tutti. Coi grigiorossi si fa tutta la trafila delle giovanili fino alla prima squadra: esordisce fra i professionisti in C1 nella stagione 1980-81. L’anno successivo la Cremonese è in Serie B e Vialli inizia a imporsi fra le gerarchie della squadra. La consacrazione avviene nell’annata 1983-84 quando la squadra si guadagna la promozione in Serie A e Vialli, con 10 gol, è uno dei protagonisti assoluti.

L’anno dopo lo acquista la Sampdoria. L’attaccante di Cremona fatica ad ambientarsi, anche a causa della collocazione tattica che gli viene assegnata, e nella prima stagione a Genova non brilla, anche se riesce a vincere la Coppa Italia (primo trofeo della storia del club).

L’anno dopo sulla panchina doriana arriva Vujadin Boskov e il mister jugoslavo ha l’intuizione di costruire un tandem offensivo composto da lui e Roberto Mancini: la scelta si rivela azzeccata e fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 Vialli si consacra come uno dei migliori attaccanti italiani. Lui e Mancini vengono soprannominati i “Gemelli del gol” e nell’annata ’90-’91 riescono a vincere un incredibile Scudetto, primo e unico nella storia della Samp.

Nell’estate del 1992 passa alla Juventus in cambio di 4 giocatori ed un conguaglio economico, all’epoca un affare monstre. Vialli viene scelto dei bianconeri per completare il tridente con Ravanelli Baggio ma la prima parte della sua avventura bianconera è tutt’altro che facile. Trapattoni gli chiede di aiutare anche in fase difensiva, a discapito anche della lucidità sotto porta. Inoltre il rapporto col Divin Codino è lontano parente all’intesa che si era formata con Mancini e i due non sembrano trovarsi bene in campo.

Nell’annata successiva, complice l’infortunio di Baggio e l’arrivo di Del Piero, Vialli diventa il pilastro centrale del tridente bianconero e guida la squadra a grandi stagioni, alzando anche la Champions League 1995-96 con la fascia da capitano al braccio. Saluta la Juve proprio dopo la finale contro l’Ajax, con un bilancio di 145 partite e 53 gol.

Gli ultimi anni, l’addio al calcio e la malattia

Dopo l’avventura bianconera decide di volare verso Londra, sponda Chelsea. Qui trova un club ambizioso che vuole rilanciarsi sotto la guida di Gullit, all’epoca allenatore-giocatore. Vince un FA Cup ma il pessimo rapporto col tecnico olandese ne limita molto il rendimento: solo dopo l’addio di Gullit Vialli potrà esprimersi al meglio.

Col Chelsea vince una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa delle Coppe, dopodiché decide di appendere gli scarpini al chiodo nel corso dell’annata 1998-99. Si siede subito sulla panchina dei Blues, per poi accettare l’offerta del Watford. Anche qui le cose non vanno per il meglio e Vialli dopo una sola stagione abbandona l’incarico al termine della stagione 2000-01.

Per circa 15 anni si dedica al mestiere di opinionista calcistico per varie trasmissioni TV. La sua vita cambia drasticamente nel 2017, quando dopo una serie di esami i medici gli diagnosticano un tumore al pancreas. Per Gianluca è l’inizio di una battaglia che durerà per anni. Si sottopone a cure invasive che lo logorano fisicamente e psicologicamente ma senza mai perdere l’eleganza che lo ha contraddistinto dentro e fuori dal campo. Nonostante il brutto male Vialli non vuole stare lontano dal campo, anzi ha bisogno di una scossa che gli dia la forza di lottare.

E così, quando nel 2019 il grande amico Roberto Mancini diventa CT della Nazionale, arriva la svolta. Gianluca Vialli entra a far parte dello staff degli Azzurri col ruolo ufficiale di capo delegazione. In realtà lui è il più fidato consigliere del Mancio. Durante la trionfale cavalcata ad Euro 2020 lui è una figura fondamentale nello spogliatoio sia a livello professionale che soprattutto a livello umano, un simbolo di forza e coraggio per tutti i calciatori.

Dopo la vittoria dell’Europeo la salute di Vialli sembra essere migliorata, e addirittura nel 2020 gli esami evidenziano che il cancro è scomparso. La malattia però è estremamente subdola e nel corso di quest’anno si è ripresentata più aggressiva che mai.

Non tutte le storie hanno un lieto fine, anche se lo avremmo voluto tutti. Gianluca Vialli ci ha lasciato nella giornata di oggi dopo un calvario lungo e doloroso ma affrontato sempre a testa alta, da campione. Se n’è andato un esempio di eleganza e signorilità come pochi altri nel mondo del calcio. Un modello da seguire per tutti i bambini che sognano un giorno di diventare calciatori e soprattutto un simbolo di dignità anche durante la battaglia contro la malattia.

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