di Enrico Tiberio Romano
Il celebre telescopio spaziale James Webb, in collaborazione con Chandra, un altro telescopio che osserva i raggi X, ha individuato un buco nero in una regione antichissima dell’universo, che risale ai suoi albori. La scoperta annunciata dalla NASA avrà così una grandissima risonanza all’interno della comunità scientifica per le sue implicazioni notevoli circa la conoscenza di questi misteriosi oggetti, poiché lo studio dei buchi neri è una delle aree di maggior interesse degli studi moderni.
Il buco nero più antico mai scoperto
Secondo quanto spiega il sito della Cornell University, grazie all’emissione di raggi X proveniente da una regione estremamente remota dell’universo, Chandra è stato in grado di rilevare la presenza di un buco nero nella galassia UHZ1. Per capire quanto questo buco nero sia lontano nello spazio e nel tempo, bisogna considerare che era in una fase di crescita già circa 470 milioni di anni dopo il Big Bang, ed è 13,2 miliardi di anni luce distante da noi. Quest’oggetto inoltre avrebbe una massa paragonabile a quella dell’intera galassia che lo ospita e per questo potrebbe fornire indizi sullo sviluppo dei buchi neri supermassicci.
Le ipotesi circa l’origine di questi oggetti riguardano il collasso di grandissime nubi di gas con massa da oltre 10 mila masse solari oppure la fusione di buchi neri stellari da almeno 10 masse solari, ma il buco nero trovato nella galassia UHZ1 dovrebbe aver avuto una grande massa già in origine, tra le 10 e le 100 milioni di masse solari. Solitamente i buchi neri supermassicci che conosciamo e che sono più recenti hanno un decimo della massa complessiva della galassia ospite, mentre quello di UHZ1 ha una massa che è circa la metà. Questo dato farebbe pensare che la sua formazione sia legata al collasso di grandi nubi di gas. Insomma questa scoperta potrà fornirci degli indizi sul funzionamento dell’universo nelle sue prime fasi di vita.
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