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Il Brasile bandisce Telegram per “un errore di comunicazione”

di Gabriele Nostro

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Provengono da mobileword le ultime indicazioni riguardo l’incomprensione, perché di questa si tratta, che ha visto partecipi il social “Telegram” e la Corte Suprema di Giustizia Brasiliana. L’equivoco, così definito da Pavel Durov, il fondatore della società, sarebbe nato a causa di un “errore di comunicazione” durante una mediazione tra le due parti, avvenuta tramite email. L’amaro risultato del fraintendimento è il ban della piattaforma blu dal Paese.

Brasile vs Telegram, una questione poco complessa

La falsa ragione della condanna, così implicitamente definita dalla frazione lesa, riguarda il fatto che l’app, secondo i giudici della Corte, non faccia abbastanza per verificare l’attendibilità dei contenuti. La semplice motivazione sostenuta da Pavel, concerne, invece, il fatto che la Corte di Giustizia Brasiliana abbia peccato di frettolosità, e abbia scelto la via del ban, solo perché non avrebbe ricevuto una banale risposta via email dal gruppo Telegram.

Sembra che abbiamo avuto un problema con le e-mail tra i nostri indirizzi aziendali di telegram.org e la Corte Suprema brasiliana. A seguito di questo errore di comunicazione, la Corte ha deciso di vietare Telegram per non aver risposto” – così ha voluto esporsi Durov, accusando la rappresentanza Sudamericana di imprudenza e avventatezza nelle decisioni.

L’imprenditore ha poi chiarito che: “Abbiamo rispettato una precedente decisione del tribunale a fine febbraio. Abbiamo risposto con un suggerimento per inviare future richieste di rimozione ad un indirizzo e-mail dedicato. Sfortunatamente, la nostra risposta deve essere andata persa. La Corte ha utilizzato il vecchio indirizzo e-mail generico per ulteriori comunicazioni“.

Telegram

@Shutterstock

L’appello alla Corte di Giustizia

Lo stesso avrebbe infine concluso con una nota allo scopo di richiamare alla consapevolezza la parte impulsiva: “Poiché decine di milioni di brasiliani si affidano a Telegram per comunicare con familiari, amici e colleghi, chiedo alla Corte di prendere in considerazione la possibilità di posticipare di qualche giorno la sua sentenza e permetterci, così, di porre rimedio alla situazione nominando un rappresentante in Brasile e istituendo un quadro per reagire a problemi urgenti futuri come questo in modo rapido“.

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di Gabriele Nostro

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