L’Associazione brasiliana dei giuristi per la democrazia ha denunciato il presidente del Brasile Jair Bolsonaro per aver commesso “crimini contro l’umanità durante la Pandemia”.
Più nello specifico, lo accusano di aver difeso “l’immunità di gregge, boicottato il programma di vaccinazione ed essere andato contro alle politiche sanitarie”. Sostengono inoltre che Bolsonaro abbia appositamente boicottato la campagna vaccinale e le cure legate al covid-19 con l’intento di ottenere l’immunità di gregge.
Un’organizzazione di giuristi brasiliani, legata al Partito dei lavoratori (Pt), ha denunciato l’attuale presidente alla Corte penale internazionale dell’Aia. L’accusa è fondata da oltre mille e duecento pagine.
Secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta è dimostrato negli atti come il Presidente abbia favorito la diffusione del virus in Brasile. Il Senato brasiliano ha approvato il rapporto e da adesso sarà la Magistratura ad occuparsene.
L’Associazione brasiliana dei giuristi per la democrazia aveva mosso una denuncia contro Bolsonaro già nel 2020, ma al tempo il caso venne semplicemente archiviato. Ad oggi, dopo aver raccolto nuove “prove”, l’associazione pensa che la denuncia mossa quest’anno possa essere accolta dal Tribunale penale internazionale.
Bolsonaro in questi ultimi anni sembra essersi fatto più di qualche nemico. Prima che diventasse presidente, nel 2019, dei capi di alcune tribù indigene lo avevano denunciato per crimini contro l’umanità alla Corte penale internazionale.
A muovere le accuse sono stati Almir Narayamoga Suruí, a capo del popolo dei Paiter Suruí, e Raoni Metuktire, alla guida dei Kayapó. Entrambe le tribù abitano l’Amazzonia brasiliana da sempre. I crimini di cui lo hanno accusato riguardano principalmente le sue dichiarazioni razziste nei confronti degli indigeni. Inoltre, il presidente, già durante la campagna elettorale del 2018 non aveva nascosto di voler iniziare a sfruttare il territorio dell’Amazzonia; cosa che, una volta diventato presidente, non ha impiegato molto a mettere in pratica.
Nei mesi e negli anni successivi, le sue politiche estrattive in Amazzonia e nei territori storicamente protetti dalle tribù hanno causato un aumento preoccupante della deforestazione. Di conseguenza. c’è stato un impoverimento anche della biodiversità, oltre che lo spostamento forzato di molte comunità native.
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di Elena Barbieri
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