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Benfica, la maledizione di Guttmann ha colpito ancora?

di Alessandro Colepio

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Mercoledì sera il Benfica, una delle rivelazioni più sorprendenti di questa stagione, ha dovuto salutare la Champions League. I portoghesi sono usciti nel doppio confronto dei quarti di finale contro l’Inter che è riuscito a vincere a Lisbona e a pareggiare fra le mura di San Siro (peraltro dopo aver ampiamente meritato anche al ritorno). Il Benfica aveva sorpreso tutti nella fase a gironi, eliminando la Juventus e superando il PSG in classifica, ma nonostante ciò la cavalcata trionfale si è fermata davanti agli uomini di Simone Inzaghi.

Le grandi prestazioni degli scorsi mesi e il sorteggio favorevole facevano pensare al Benfica come ad una possibile finalista di questa Champions League. Roger Schmidt e i suoi calciatori, almeno sulla carta, avevano la possibilità concreta di riportare nella capitale portoghese un trofeo che manca ormai dal biennio 1960-1962, quando i lusitani vinsero consecutivamente le uniche due Coppe dei Campioni della loro storia.

Le due sfide con l’Inter hanno evidenziato un chiaro calo fisico e tecnico del Benfica, complice anche la cessione di un giocatore chiave come Enzo Fernandez. Ma fra tutte le analisi possibili, c’è anche qualcuno che chiama in causa il sovrannaturale. Stiamo parlando della “maledizione di Bela Guttmann“, un malocchio che dal 1962 continua a colpire il club di Lisbona.

 

Champions League (@Shutterstock)

 

La maledizione del Benfica

Lisbona, maggio 1962: il Benfica è nel miglior momento della sua storia. I portoghesi hanno appena vinto la seconda Coppa dei Campioni consecutiva, battendo il Real Madrid e bissando il successo dell’anno precedente contro il Barcellona.

La rosa è di altissimo livello e fra tutte le stelle risplende quella di un ragazzo ventenne, arrivato dall’Africa, che porta la maglia numero 8 e risponde al nome di Eusebio. In panchina è seduto da qualche anno Bela Guttmann, tecnico nato a Budapest sul finire del 19° secolo, che in carriera ha allenato praticamente ovunque e ha avuto anche una parentesi italiana fra Padova, Trieste, Vicenza e la Milano rossonera.

La Lisbona calcistica è al settimo cielo e l’aria che si respira è elettrizzante. I tifosi di tutto il mondo sono convinti di aver trovato i nuovi dominatori del calcio europeo, gli unici capaci di mettere fine al monopolio quinquennale del Real Madrid. Guttmann è elogiato come uno dei migliori allenatori in circolazione ed a lui va il merito di aver scoperto Eusebio, capace di segnare una doppietta nella finale di Coppa dei Campioni.

Il tecnico austro-ungherese si presenta quindi davanti alla società portoghese con la spocchia del vincente, chiedendo un adeguamento di contratto e un premio in denaro che erano stati concordati ad inizio stagione. I vertici del Benfica però la pensano diversamente: nonostante il successo europeo, Guttmann ha la “colpa” di aver chiuso il campionato al terzo posto. La dirigenza prende quasi sul ridere la richiesta dell’allenatore, che a quel punto va su tutte le furie e decide di lasciare la panchina portoghese.

Stando alla leggenda, sembra che Guttmann sia andato da un giornalista e abbia riferito le seguenti parole:

“Ho avuto 4000 dollari in meno per aver vinto la Coppa dei Campioni al posto del campionato. Per i prossimi 100 anni il Benfica non vincerà più nessun trofeo internazionale e nessun club portoghese sarà Campione d’Europa per due volte di fila”.

La maledizione di Bela Guttmann nasce così, e quei 4000 dollari in meno potrebbero aver cambiato le sorti del Benfica. Il club lusitano da quel momento in poi perderà ben 8 finali europee: 5 in Champions League/Coppa dei Campioni, 3 in Europa League/Coppa UEFA. Persino le giovanili non sono state risparmiate, dato che la Primavera del Benfica ha perso 3 finali della Youth League negli ultimi anni.

Anche la seconda parte della maledizione si è rivelata vera, dato che nessun club portoghese è riuscito a vincere due Champions League di fila. L’unico ad andarci vicino è stato il Porto, che però l’ha alzata al cielo prima nell’87 e poi nel 2004.

Saranno solo coincidenze, o la maledizione di Bela Guttmann è la vera ragione delle sfortune europee del Benfica? Per alcuni si tratta di semplice superstizione, ma almeno fin qui nessuno è stato capace di rompere l’incantesimo. L’allenatore ungherese è morto nel 1981, ma il suo spirito perseguita ancora i tifosi del Benfica. Almeno fino al 2062, quando sarà decorso il termine dei 100 anni dall’ultimo successo dei portoghesi in Europa.

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