Le prime voci inerenti lo sviluppo del remake live action di Bambi hanno iniziato a circolare nel 2020. All’epoca, la sceneggiatura era affidata a Geneva Robertson-Dworet e Lindsey Anderson Beer; quattro mesi fa, invece, abbiamo appreso che la regista premio Oscar Sarah Polley si è unita al progetto, lavorando su un copione firmato da Micah Fitzerman-Blue e Noah Harpster. Durante un’intervista con Collider, Lindsey Beer ha confermato di aver abbandonato il film per dedicarsi a “Pet Sematary: Bloodlines”, il suo debutto dietro la macchina da presa. Parlando del remake di Bambi, però, la sceneggiatrice ha anticipato che sarà meno traumatizzante dell’originale.
Bambi, definito da Quentin Tarantino “il prodotto audiovisivo più traumatizzante che abbia mai visto”, affronta con grande maturità temi quali il lutto, la solitudine e il senso di colpa. Secondo Lindsey Anderson Beer, intervistata di recente da Collider, il classico del 1942 è “davvero meraviglioso, ma ha un approccio un po’ diverso da quello a cui è abituato il pubblico moderno”.
“A mio avviso, Bambi è assolutamente un classico ed è una bellissima poesia d’amore, realizzata con una tale maestria. Ritengo però che ci sia un’intera generazione di bambini che non ha mai visto l’originale; è molto diverso da Aladdin, La Sirenetta o i film d’oro degli anni ’90 che tutti hanno visto. Conosco tanti bambini che non hanno mai guardato Bambi, ed è un vero peccato”.
Lindsey Beer ha aggiunto che tanti giovani spettatori non hanno mai visto Bambi perché affronta la morte di un genitore in maniera brutale e straziante. Questa volta la Disney dovrebbe invece puntare ad un pubblico il più ampio possibile, anche a costo di edulcorare il film. In poche parole, il successo del live action dipenderà, a suo dire, da quanto rispetterà la sensibilità moderna. Secondo la sceneggiatrice, un approccio più “kid-friendly” potrebbe addirittura giovare al classico degli anni ’40.
“Non per rovinare la trama, ma c’è una scena, in cui la mamma della protagonista muore tragicamente, che potrebbe turbare alcuni bambini, e i genitori che li accompagnano, la cui sensibilità penso sia diversa rispetto al passato. E credo che sia questo uno dei motivi per cui non l’hanno mostrato ai loro figli.
Penso che ci sia un solo modo per aggiornare Bambi, e la nostra opinione è stata di renderlo ‘alla portata di tutti’. Sono convinta che realizzare un film con cui i bambini di oggi possano in qualche modo relazionarsi darebbe nuovo splendore anche all’originale”.
I classici Disney hanno sempre mostrato scene emotivamente forti; basti pensare a “Biancaneve e i sette nani” o “Il re leone”. Eliminare il dramma rischia veramente di stravolgere il senso stesso dell’operazione, come è già successo con altri remake. Purtroppo, però, le major non sembrano voler cambiare idea, e i giovani si stanno lentamente disabituando ad una narrazione più diretta e realistica. L’unica speranza è che il settore dell’animazione, con esponenti come Guillermo del Toro, possa dare nuova linfa ai racconti di formazione.
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