di Redazione NCI
In Olanda sanno il fatto loro su come divertirsi e passare il tempo libero, e il calcio non fa eccezione. Per questa storia la bussola ci porta al Nord della nazione, dritti nella città di Alkmaar. Qui gioca l’AZ, e negli ultimi giorni è sbucata una curiosità che riguarda il club olandese non dentro, ma fuori dal campo.
AZ Alkmaar: qual è il nuovo passatempo?
Dimenticate Playstation, carte, telefoni, musica e confusione. Qui è richiesto silenzio, concentrazione e programmazione. Sì, perché i giocatori dell’AZ Alkmaar hanno abbandonato la tecnologia come svago per dedicarsi agli scacchi.
La notizia arriva dal Nordholland Dagblad, quotidiano olandese, che dedica un’intera pagina all’AZ e ai suoi giocatori, allegando anche una foto di una partita tra il difensore Hatzidiakos e il trequartista Reijnders.
Questa esposizione mediatica ha coinvolto, ovviamente, anche il mondo degli scacchi. Infatti, Jeroen Van Der Berg, direttore del Tata Steel di Wijk aan Zee, tra i più prestigiosi tornei a invito del mondo, ha twittato entusiasta l’articolo olandese.
Players from Dutch League Football club @AZAlkmaar are using breaks in trainingcamp for our game! More and more Football players seem to be interested. Will we see this more? @tatasteelchess @NetflixTheQG @FIDE_chess @schaakbond @KNVB pic.twitter.com/QyWv3JTEq4
— Jeroen Van Den Berg (@Jvdbergchess) January 6, 2022
I benefici degli scacchi
All’AZ, però, probabilmente non hanno sbagliato mossa. Questo perché gli scacchi, oltre ad offrire un’alternativa in più alle “tradizionali” PlayStation, hanno diversi benefici cognitivi che possono risultare utili anche nel campo da calcio.
Secondo uno studio dell’Università di Liverpool, infatti, non viene allenata solo la capacità strategica nel gioco degli scacchi. Tra le abilità cognitive che vengono sviluppate ci sono l’incremento di creatività, l’aumento di capacità di problem solving, aumenta la concentrazione e l’attenzione e aiuta a pianificare e a fare previsioni.
Ovviamente, più si è giovani più c’è possibilità di potenziare le proprie capacità, ma per gli olandesi, in fondo, sperimentare non è mai stato un problema.
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di Federico Minelli
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