Secondo lo studio annuale dell’EY Mobility Consumer Index 2023, si registrano delle significative tendenze “green” nell’opinione pubblica riguardo la mobilità, tanto che in Italia, sulla falsariga dei dati dell’anno precedente, circa il 70% degli intervistati ha espresso una propensione verso l’acquisto di un’auto elettrica o ibrida. Vediamo quindi i dettagli del report, riportati da EY.
Dal 2020 a oggi si sono susseguiti numerosi mutamenti che hanno coinvolto la società, la politica e l’economia: la pandemia da COVID-19, la guerra in Ucraina, l’inflazione, l’aumento del prezzo del gas; tutti questi elementi hanno influenzato l’opinione pubblica sui temi più disparati, tra cui la mobilità sostenibile.
EY, infatti, ha condotto uno studio su 20 Paesi, tra cui l’Italia, intervistando oltre 15 mila persone, ed è emerso che il 55% del campione che vuole acquistare un veicolo, propenderà per un elettrico o un ibrido. Questi dati tuttavia si gonfiano ancora di più se prendiamo solamente in esame le risposte date dagli italiani, arrivando a un picco di ben il 70%; più di noi solamente la Cina, con il 75%.
Ci si potrebbe quindi chiedere se questa adesione alla sostenibilità sia mossa da un autentico sentimento “green”, oppure da fattori contingenti; secondo le analisi EY, in Italia, così come nel resto del mondo, la causa prima sarebbe l’aumento del prezzo del carburante (40%), tuttavia il fattore immediatamente successivo, con il 38%, sarebbe la sostenibilità ambientale, insieme ai sussidi statali e il generale abbassamento di prezzo dei modelli di auto green.
Nonostante questa apparente adesione alla sostenibilità, c’è un’evidente iato con la realtà dei fatti: a gennaio 2023 i mezzi elettrici immatricolati sono appena il 3,9%. Il principale ostacolo, infatti, che allontana la clientela da questi modelli è l’infrastruttura di ricarica, tanto che il 40% degli intervistati la considera come uno dei più importanti elementi di deterrenza; questo nonostante l’incremento negli ultimi anni delle colonnine fast e superfast, indice che è necessario compiere ulteriori sforzi e investimenti in questo ambito, sfruttando anche i fondi del PNRR. Gli altri due elementi di deterrenza sono i costi dei modelli (42%) e il range di autonomia (30%).
L’indagine di EY si sofferma anche sui cambiamenti nelle abitudini della mobilità, influenzate inevitabilmente dalla pandemia e dal lavoro da remoto. Il 50% degli intervistati adotta una modalità ibrida di lavoro, segnalando una diminuzione di 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente; il riflesso di questo dato è evidente nell’aumento riscontrato nell’utilizzo di un’auto personale (+10% rispetto al 2022), con una diminuzione, invece, dell’utilizzo di mezzi pubblici (29%) e dei servizi shared mobility (-10%) e car sharing (-3%).
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