L’asteroide 7482 è considerato l’oggetto celeste di grandi dimensioni che più si avvicinerà al nostro pianeta nell’arco dei prossimi 2 secoli. Con un diametro di circa 2 volte l’altezza di uno dei grattacieli più grandi di New York, l’Empire State Building, sarebbe in grado di causare un’estinzione di massa. Tuttavia, gli scienziati non sono preoccupati, ecco perchè.
Il film record di Netflix con protagonista Leonardo DiCaprio ci insegna certamente a non sottovalutare pericoli come questi. Tuttavia, non è certamente questo il caso. L’asteroide 7482, è necessario dirlo fin da subito, non è assolutamente un pericolo per il nostro pianeta. Anche chiamato 1994 PC1, l’asteroide nel mirino dei media degli ultimi giorni è noto agli scienziati da ben 28 anni.
Scoperto da Robert McNaught il 9 agosto 1994, l’asteroide 7482 è stato oggetto di continue verifiche e simulazioni nelle ultime 3 decadi. Il risultato di tutti questi esperimenti ci dice che l’oggetto celeste, di diametro ben superiore a 1 km, passerà, sì, vicino al nostro pianeta come nessun’altro oggetto di tali dimensioni mai farà nei prossimi due secoli, ma sarà comunque estremamente lontano per noi. Vicino si, ma in termini interstellari.
Gli studi condotti da istituti come il Center of Near-Earth Object Studies della NASA sono quanto più rassicuranti possibili. L’asteroide tanto conclamato non è nemmeno lontanamente prossimo ad una collisione con la terra.
I media moderni giocano da decenni sulla paura della “fine del mondo”. La maggior parte delle volte, questa, scaturisce da un oggetto celeste in avvicinamento verso la Terra. Tuttavia, è statisticamente improbabile che questo possa avvenire sul serio.
Gli scienziati monitorano costantemente il cielo per controllare la presenza di eventuali oggetti in collisione. Gli astronomi lavorano su questo da almeno 50 anni e in questo periodo di tempo sono riusciti a prevedere la rotta di circa il 95% sul totale degli asteroidi presenti nel sistema solare.
La difficoltà maggiore in questi monitoraggi consiste nel fatto che parliamo di oggetti relativamente piccoli e, soprattutto, poco luminosi. Ciò complica molto il lavoro dei ricercatori ma non ne compromette l’efficienza. Naturalmente, a questi controlli possono sfuggire degli oggetti, ma generalmente questi sono di piccola dimensione e non comportano alcun rischio. Un esempio è l’asteroide di Čeljabinsk che nel 2013 ha portato ad un disastro naturale più o meno controllato, procurando un centinaio di feriti.
Nel caso scoprissimo davvero un oggetto che porterebbe un serio rischio per il nostro pianeta di certo avremmo uno scenario molto diverso rispetto a quello di Don’t look up. Innanzitutto verrebbe allarmata tutta la comunità scientifica e si prenderebbe una decisione comune per provvedere all’emergenza.
Il Planetary Defense Coordination Office per gli USA, lo stesso di Don’t look up, e il near-earth objects coordination centre, per la nostra Europa, avvierebbero missioni in questo senso. In base al tempo di preavviso a disposizione si tenterebbero più soluzioni. Ad esempio si proverebbe a deviare l’orbita in modo da evitare la collisione o, nel peggiore dei casi, si farebbe esplodere la meteora in modo da frantumarla in pezzi più piccoli e meno pericolosi.
In ogni caso, almeno per il prossimo secolo, non dobbiamo preoccuparci di un’estinzione di massa dovuta a meteoriti o comete in collisione con la terra. Tuttalpiù, ci dovremmo preoccupare di contrastare problemi più immediati e realmente pericolosi come il cambiamento climatico o la pandemia attualmente in corso.
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