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Arbitri, le anomalie del VAR analizzate nel servizio firmato Le Iene

di Alessandro Colepio

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Nella serata di martedì 23 gennaio è andato in onda l’ennesimo servizio de Le Iene inerente al mondo del calcio. Stavolta, però, non ha nulla a che vedere con gli iconici scherzi ai calciatori di Serie A: il giornalista Filippo Roma ha intervistato un uomo col volto coperto e la voce censurata, il quale afferma di essere un arbitro professionista ancora in attività e che vorrebbe denunciare gravi anomalie nell’uso del VAR.

Per ora si tratta solo di dichiarazioni infondate, rilasciate da una figura anonima che non ha dimostrato in concreto la sua appartenenza ai piani alti dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). L’intervistato ha però affermato di non essere l’unico direttore di gara intenzionato a denunciare le scorrettezze della classe arbitrale: stando alla sua versione, almeno altre 5 persone, fra arbitri e assistenti, stanno procedendo per vie legali contro l’AIA e la CAN (Commissione Arbitri Nazionale). Ecco alcuni estratti del servizio de Le Iene.

 

Arbitro (@Shutterstock)

VAR, errori e raccomandazioni: il lato oscuro degli arbitri

Il presunto arbitro intervistato da Filippo Roma parte analizzando alcuni episodi che hanno destato scalpore in questo campionato. Il rigore negato al Bologna contro la Juventus, il tocco di mano di Pulisic prima del suo gol in Genoa-Milan e il contatto Duda-Bastoni in Inter-Verona. Tutti episodi che, oltre alla chiarezza della situazione, hanno un’altra cosa in comune: l’errore dell’arbitro non è stato corretto dal VAR. Secondo la testimonianza riportata a Le Iene, dietro a queste situazioni ci sarebbe la mala fede della classe arbitrale.

In particolare, il mondo degli arbitri sarebbe diviso da una lotta interna fra due fazioni che vogliono salire al potere. Questa spaccatura ha portato ad una forte competizione interna, alla quale sono estranei solo pochi elementi dell’AIA. Secondo il testimone de Le Iene, questo spiegherebbe le evidenti anomalie del VAR in questa stagione: ci sono alcuni episodi in cui la tecnologia viene impiegata in maniera minuziosa, altri in cui nemmeno interviene.

Richiamare l’arbitro all’on field review significa ammettere platealmente che la sua decisione di partenza era sbagliata. Questo comporta un abbassamento della valutazione stilata dall’osservatore arbitrale al termine di ogni partita, e dalla quale dipende in gran parte la carriera di un arbitro. In pratica, la chiamata al VAR è un modo semplice per fare uno sgambetto ai colleghi più scomodi.

Secondo l’intervistato, ci sarebbe addirittura una rete di favoritismi e di tutele in favore di alcuni arbitri in particolare. In Salernitana-Bologna, diretta da Sozza con l’aiuto di Valeri al VAR, c’è stato un duro fallo di Dia su Saelemakers, punito col giallo dal direttore di gara. Per regolamento, il VAR sarebbe dovuto intervenire, ma inspiegabilmente nessuno ha richiamato Sozza all’on field review.

Un altro esempio che, secondo il presunto arbitro, spiegherebbe bene alcune dinamiche interne all’AIA e alla CAN, è la gara fra Juventus ed Hellas Verona. Nella stessa partita ci sono stati due episodi chiave: un colpo di Gatti al volto di Djuric, che non è stato ravvisato dall’arbitro e su cui il VAR non è intervenuto, e il contatto Kean-Faraoni sul primo gol dei bianconeri, inizialmente convalidato dall’arbitro e poi annullato tramite la tecnologia. Nel primo caso, la sala VAR avrebbe dovuto richiamare l’arbitro e non l’ha fatto, mentre in occasione del gol annullato non avrebbe dovuto correggere la valutazione soggettiva del direttore di gara.

Secondo la testimonianza raccolta da Le Iene, il VAR sta diventando un vero e proprio strumento per alterare il campionato e favorire alcuni arbitri piuttosto che altri. Si spiegherebbero così le gravissime anomalie nell’uso della tecnologia: a volte si usa per valutare questioni di millimetri o di contatti lievissimi, altre volte invece sorvola su episodi nitidissimi. Il presunto arbitro afferma che gli arbitri più tutelati siano quelli vicini al gruppo che sostiene la prossima candidatura per i vertici del mondo arbitrale e che oggi occupano i ruoli più importanti.

Parole fortissime, che se confermate rischiano di creare un vero e proprio terremoto (l’ennesimo) nel calcio italiano. Per ora si tratta solo delle dichiarazioni di un uomo mascherato, ma per lo meno forniscono una spiegazione più o meno plausibile di alcuni episodi che abbiamo visto quest’anno. La speranza è che queste accuse si rivelino infondate: in caso contrario, l’AIA e la CAN perderebbero molta più credibilità di quanto non abbiano già fatto.

 

Arbitro al VAR (@Shutterstock)

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