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Arabia: Neymar chiede l’esonero del suo allenatore

di Cristian Castellini

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Il calcio in Arabia sta investendo molto per accrescere la propria fama. Per tutta l’estate gli esperti di mercato ci hanno aggiornato sui grandi arrivi in medio oriente, e adesso che il campionato saudita è iniziato, cominciano a emergere i primi problemi…

Neymar contro Jorge Jesus

 

Neymar al Mondiale del 2014 (@Shutterstock)

 

L’Al-Hilal, forte degli acquisti di Sergej Milinković-Savić, Ruben Neves, Kalidou Koulibaly e Neymar, attualmente si trova in piena lotta per il primo posto in Saudi Pro League. Il diverbio fra il brasiliano e l’allenatore però si è tenuto in AFC Champions League, la versione asiatica della ben più nota competizione UEFA. La partita incriminata è finita in pareggio per 1-1 contro il Navbahor Namangan, squadra uzbeka nettamente sfavorita nei pronostici. Neymar è stato decisamente pigro in campo, poco decisivo e lontano da ciò che ci si aspetta da un campione (o presunto tale) come lui. Secondo alcuni retroscena dagli spogliatoi, il tecnico Jorge Jesus glielo ha fatto notare, scatenando l’ira di “O Ney“, il quale si sarebbe rivolto alla dirigenza per esonerare l’allenatore portoghese.

“Il mondo al contrario”

Spesso i più anziani pensano alle idee dei giovani come fautrici di un “mondo al contrario”. Ebbene, questo è uno dei pochissimi casi in cui si può usare questo termine senza risultare bigotti o nostalgici di epoche passate. Il giocatore che striglia l’allenatore, minacciando di rivolgersi ai superiori per esonerarlo è una scena già vista in alcuni spogliatoi, che però probabilmente è finita in poco tempo tramite mediazione delle società. Qui la situazione invece sembra seria, e il rischio di mosse dell’Al-Hilal nei confronti di Jorge Jesus è concreto. Nel calcio d’Arabia quindi i giocatori più influenti sarebbero addirittura superiori all’allenatore, che diventa una “marionetta” il cui unico scopo è quello di farli scendere in campo. Uno scenario assurdo sotto vari punti di vista.

L’allenatore, oltre a prevedere l’andamento di una partita e pianificarla dal punto di vista tattico, deve anche essere il punto di riferimento di un gruppo di persone. Questo gruppo deve necessariamente remare nella direzione del tecnico, volente o nolente, ovviamente a meno che l’allenatore non sia un incompetente. Visti i risultati dell’Al-Hilal in campionato e conoscendo la carriera di Jorge Jesus non sembra questo il caso. Un giocatore, per quanto pagato e per quanto sia un leader tecnico per la squadra, può permettersi di mettere spalle al muro il proprio allenatore e avere più possibilità di essere ascoltato dai dirigenti rispetto allo stesso tecnico? Nella maggior parte delle squadre di calcio sarebbe quasi impensabile. Pensate se Dušan Vlahovic, Lautaro Martinez o Rafael Leão avessero il potere di fare esonerare i propri allenatori, magari perché non li fanno giocare titolari in un derby o perché non li impiegano nella posizione o nel loro ruolo preferito. Probabilmente i club di Serie A cambierebbero costantemente guida tecnica, solo per i capricci di un singolo molto potente.

Conclusioni

Si tratta di un’indiscrezione, ovviamente. Finora Jorge Jesus è al suo posto, e la speranza è che le dirigenze dei club in Arabia siano lungimiranti e in grado di reggere alle pressioni dei campioni che acquistano. Lasciare spazio di manovra ai giocatori porterebbe a gravi ripercussioni negli spogliatoi, e conseguenti danni in ambito sportivo. Se il movimento calcistico arabo vuole diventare davvero una grande realtà, dovrà compiere un bel salto di maturità.

Fonte: Corriere dello Sport

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