di Agostino Lenzi
La Cassazione Civile ha respinto il ricorso del capo del personale di un teatro palermitano, dopo che la Corte d’Appello aveva dichiarato che il licenziamento era legittimo per il “comportamento offensivo nei confronti di due lavoratrici” avvenuto nel 2017.
Il fatto
Come detto prima il fatto si è svolto ormai nel lontano 2017. La vicenda è stata ricostruita dentro la lettera di licenziamento, nel quale si spiega che l’imputato aveva dato una “pacca sul sedere” a una dipendente e aveva fatto commenti sgradevoli sul fondoschiena di un’altra. Sembrerebbe che quest’ultima fosse girata di spalle a fare delle fotocopie, l’imputato poi, dopo aver fatto dei commenti molesti, le avrebbe chiesto di girarsi di nuovo per mostrare il sedere anche a un altro collega.
Il processo e la decisione finale della Cassazione
A muovere l’accusa è stato il datore di lavoro, che ha accusato l’imputato di aver “tenuto un comportamento offensivo nei confronti delle due lavoratrici”. L’imputato ha provato a difendersi affermando che non voleva toccare il sedere della dipendente ma la schiena. Mentre ha affermato che il suo commento molesto all’altra dipendente fosse stato espresso in ambito “cameratesco”, con nessuna intenzione di mortificarla.
Due anni dopo il Tribunale di Palermo aveva dichiarato che il licenziamento fosse illegittimo, subito dopo è intervenuta la Corte d’Appello definendolo giusto. La Cassazione ha confermato le tesi della Corte d’Appello: “sull’eclatante offensività delle condotte contestate, perché una mano sul fondoschiena o l’invito a mostrare il ‘sedere giovanile’ non possono certo considerarsi rispettosi della dignità della persona e della professionalità delle due lavoratrici, non avvezze a ricevere simili sgradite attenzioni, che infatti avevano in loro suscitato imbarazzo e umiliazione mentre erano intente a disimpegnare i compiti a loro affidati”.
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