di Francesco Ferri
Ad Andria una 35enne, è stata arrestata insieme al compagno di 50 anni per aver fatto spacciare il figlio di 9 anni. I due sono stati arrestati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e ricettazione, con l’aggravante di aver sfruttato il minorenne. Questo quanto riportato da Sky TG24 sulla vicenda.
La vicenda
Secondo quanto ricostruito dalle indagini il bambino veniva utilizzato per consegnare le dosi di droga. Oltre a ciò era sfruttsto anche per incassare debiti contratti dai clienti da acquirenti costretti a pagarli perché minacciati. L’uomo è in carcere già dallo scorso luglio, dove gli è stato notificato il provvedimento perché beccato a spacciare droga, oltre che in possesso di armi. Dopo l’arresto in flagranza le forze dell’ordine hanno perquisito la sua abitazione trovando e sequestrando cocaina, materiale per il taglio e il confezionamento delle dosi, due pistole senza matricola oltre ad una settantina di munzioni di diverso calibro. Da qui sono proseguite le indagini con intercettazioni ambientali, telefoniche e pedinamenti vari.
Il minore costretto a spacciare
Durante i colloqui in carcere del 50enne quest’ultimo dava istruzioni molto chiare alla compagna per la gestione dello spaccio. La donna proseguiva gli affari utilizzando proprio uno dei suoi due figli. Al bimbo, secondo quanto è stato poi accertato dai carabinieri, hanno consegnato dei soldi in cambio di dosi di droga almeno otto clienti. Secondo le indagini le motivazioni del suo sfruttamento era che ovviamente il bambino non avrebbe destato alcun sospetto. Ora anche la donna si trova in carcere.
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