di Elena Barbieri
È arrivato il rapporto 2021-2022 di Amnesty International, secondo il quale ci sarebbero stati “meno diritti e più conflitti negli ultimi due anni” – stando a quanto evidenzia l’analisi della situazione dei diritti umani nel mondo.
Dagli anni Ottanta, Amnesty International Italia, pubblica ogni anno rapporti di questo tipo. Ieri, presso la Stampa Estera situata a Roma, si è tenuta la conferenza stampa durante la quale è stato presentato il Rapporto. Purtroppo, ciò che è stato detto è tutt’altro che positivo. La delusione per quanto avvenuto di recente nel mondo era un sentimento condiviso da molti. In particolare, c’era speranza che la pandemia avrebbe portato i vari Paesi del mondo a collaborare e a trovare comuni soluzioni per i Paesi più poveri; secondo il Rapporto però, ciò non è avvenuto.
Alcune dichiarazioni di Amnesty International circa la pandemia da Covid-19
L’associazione, in occasione del lancio della sua analisi periodica, ha dichiarato:
“Gli Stati ad alto reddito hanno colluso coi giganti aziendali ingannando le persone con slogan vuoti e false promesse su un’equa ripresa dalla pandemia da Covid-19, in quello che è risultato uno dei più grandi tradimenti dei nostri tempi.
Nonostante fossero state prodotte sufficienti dosi per vaccinare tutta la popolazione mondiale entro l’anno, il 2021 si è chiuso con meno del quattro per cento della popolazione degli Stati a basso reddito completamente vaccinata“.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty, ha poi commentato:
“Sui palcoscenici globali del G7, del G20 e della Cop26, i leader politici ed economici hanno dedicato scarsa attenzione alle politiche che avrebbero potuto generare un’inversione di rotta nell’accesso ai vaccini. Oltre ad aumentare gli investimenti nella protezione sociale e affrontare l’impatto del cambiamento climatico. Poteva essere il momento spartiacque per la ripresa, per un cambiamento genuino e importante, per un mondo più giusto. Invece l’opportunità è andata persa e si è tornati a quel tipo di politiche che alimentano la disuguaglianza“.
Le loro parole si sono rivolte anche al ruolo che hanno avuto i social, ricordando come siano stati necessari per la diffusione di fake news; infatti, questi hanno favorito la disinformazione e alimentato lo scetticismo nei confronti della scienza, e in particolare nei confronti dei vaccini.
In seguito Callamard aggiunge anche:
“Il fallimento globale nella costruzione di una risposta altrettanto globale alla pandemia ha anche seminato il terreno per più grandi confitti e per una maggiore ingiustizia. Aumento della povertà, insicurezza alimentare e strumentalizzazione della pandemia da parte dei governi per reprimere il dissenso e le proteste: ecco cosa è stato piantato nel 2021, annaffiato dal nazionalismo vaccinale e fertilizzato dall’avidità degli stati più ricchi”.
La denuncia dell’aumento dei conflitti
L’associazione ha anche puntato l’attenzione sul fatto che:
“Nel 2021 nuovi e irrisolti conflitti sono scoppiati o sono proseguiti. In Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Israele/Territori palestinesi occupati, Libia, Myanmar e Yemen. Tutti gli attori sul terreno hanno violato il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani“.
Inoltre, anche ciò che sta avvenendo in Ucraina non è certamente passato inosservato o in secondo piano:
“Questa vergognosa mancanza d’azione, la costante paralisi e la mancata assunzione di responsabilità delle potenze hanno contribuito a spalancare la porta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.
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di Elena Barbieri
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