Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers lo scorso giovedì ha fatto luce su un’importante problematica della nostra società. Secondo i risultati, il 60% della plastica ritenuta dai cittadini inglesi come compostabile in casa, in realtà non lo sarebbe affatto… Il tutto finirebbe così per inquinare ancora di più l’ambiente dove questi compost verrebbero utilizzati. Ma cosa dice lo studio?
Prima di continuare ad analizzare i risultati che emergono dallo studio è necessario fare una distinzione tra compostabile e biodegradabile. Sempre più, nella società odierna, leggiamo etichette con questi termini, che si riferiscono entrambi a un determinato tipo di smaltimento di rifiuti che agisce mediante decomposizione; per questo motivo è facile confonderli, ma è di estrema importanza non farlo. Da questo, infatti, dipende il successo dello smaltimento o il suo fallimento.
PoloPlast, che si occupa di produzione di imballaggi sostenibili, distingue così le due categorie di smaltimento:
“Un materiale compostabile si disintegra in meno di tre mesi mentre il 90% del materiale biodegradabile si biodegrada entro sei mesi. La biodegradabilità è la capacità del materiale di essere scomposto da microorganismi naturali. La compostabilità sfrutta la biodegradabilità, quindi un materiale compostabile è sempre biodegradabile, ma non è vero il contrario”.
Lo studio pubblicato su Frontiers e guidato da Danielle Purkiss ha condotto un’analisi sulle modalità di compostaggio di molti cittadini del Regno Unito. Dai risultati è emerso che il 60% del materiale dichiarato dall’etichetta come compostabile in casa, non si decompone davvero. Inoltre, si dichiara nella ricerca che:
“Il 14% degli imballaggi in plastica campionati testati erano certificati solo ‘compostabili industriali’ e il 46% non aveva alcuna certificazione compostabile. Concludiamo che per entrambi questi motivi, il compostaggio domestico non è un metodo di trattamento dei rifiuti efficace o vantaggioso per l’ambiente per imballaggi biodegradabili o compostabili nel Regno Unito”.
Queste sono le conclusioni alle quali arriva lo studio. A queste, come riporta Ansa, la ricercatrice Danielle Purkiss aggiunge:
“L’idea che un materiale possa essere sostenibile è un malinteso molto diffuso: in realtà ad essere sostenibile è il sistema con cui quel materiale è prodotto e riciclato”.
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